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Le feluche bocciano il "metodo Angelino"

«Irrituali» per il sindacato interno della Farnesina le ultime nomine approvate

Le feluche bocciano il "metodo Angelino"

Roma Quello col renzismo si sta rivelando un abbraccio mortale per Angelino Alfano. Il ministro degli Esteri ha da poco scoperto quanto scarso è il suo raggio d'azione anche all'interno della Farnesina. Sulle ultime nomine importanti (erano da indicare quattro sedi diplomatiche di assoluto prestigio: Vaticano, Mosca, Londra e Parigi) i suoi desiderata sono stati bocciati.

Sulle quattro sedi ha vinto il poker calato dal segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, da poco più di un anno prima donna a ricoprire questo prestigioso incarico (dopo aver fatto da capo di gabinetto dell'allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni) e dietro la quale, a detta dei più maliziosi, ci sarebbe l'ispirazione del sottosegretario a Palazzo Chigi Maria Elena Boschi. L'unica consolazione di Alfano è stata la nomina per la sede di Tunisi di un suo amico di vecchia data: (erano compagni di scuola) Lorenzo Fanara, che lo stesso ministro appena insediato aveva fatto rientrare a Roma dalla sede di Londra per nominarlo vicecapo di gabinetto. Questa «vittoria di Pirro», però, non è andata giù ai diplomatici di lungo corso.

Né tanto meno al presidente del Sindacato nazionale dei dipendenti del ministero degli Affari esteri, Francesco Saverio De Luigi. Questi ha, infatti, preso carta e penna e, a nome della categoria che rappresenta, ha vergato una lettera aperta al ministro Alfano. Una lettera con la quale, a nome ovviamente del sindacato, De Luigi lamenta le ultime nomine volute dal ministro considerate a dir poco irrituali. «Le nomine approvate dal Consiglio dei ministri lo scorso 10 luglio - si legge tra l'altro nella lettera - presentano un numero talmente alto di violazioni da richiedere, al di là degli eventuali ricorsi alla via giurisdizionale che singoli volessero intraprendere, un segnale forte per dimostrare che questa Amministrazione intende continuare a rispettare le regole che essa stessa si è data».

De Luigi spiega poi che sono sostanzialmente di due tipi le violazioni provocate dalle decisioni di Alfano: «assegnazione di sedi a funzionari senza il grado richiesto» e «assegnazioni di vari funzionari senza che sia trascorso il prescritto periodo di servizio al ministero». Insomma, un duro smacco per il ministro Alfano, ormai da tempo nel mirino dell'alta dirigenza della Farnesina, che meno di due settimane fa aveva lanciato un altro grido d'allarme sull'efficienza degli uffici. «I diplomatici italiani - lamentava Giampaolo Cantini presiedendo i lavori dell'assemblea del sindacato lo scorso 4 luglio - si trovano a operare in un contesto grave, in cui le risorse sono drammaticamente insufficienti».

Un taglio che, secondo i dati raccolti dallo stesso sindacato delle feluche, ha portato a una riduzione negli ultimi dieci anni del 25% dell'organico.

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