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Vertici FI lasciano, no del Cav. Toti: "Il Patto del Nazareno è rotto"

I vertici di FI lasciano, il Cav respinge le dimissioni. Il patto del Nazareno sul banco degli imputati: "Renzi ha tradito"

Vertici FI lasciano, no del Cav. Toti: "Il Patto del Nazareno è rotto"

I capigruppo, i vice capigruppo, e tutti i vertici di Forza Italia presenti alla riunione del Comitato di presidenza ristretto hanno rimesso nelle mani di Silvio Berlusconi le dimissioni dai rispettivi incarichi. Le dimissioni, subito respinte dal Cavaliere, sarebbero state messe sul tavolo in primis dai capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani. Nel mirino dei vertici azzurri è finito il patto del Nazareno. Durante il vertice è stato approvato un documento che, sia pure in forma soft, prefigura la messa in mora dell'intesa con il premier Matteo Renzi. "Forza Italia sarà libera di valutare quanto proposto di volta in volta - si legge nel documento - senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi è stato fatto venir meno dalla nostra controparte".

Dopo l'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, le linee politiche interne al partito sono principalmente due: quella portata avanti dai fedelissimi del Cavaliere e quella capitanata da Raffaele Fitto che chiede l’azzeramento di tutti i vertici. Questa mattina il Comitato di presidenza è stato riunito a Palazzo Grazioli. Sul banco degli imputati è finito il Patto del Nazareno. "Il patto del Nazareno è rotto, congelato, finito", ha spiegato Giovanni Toti facendo sapere che, a partire da ora, Forza Italia deciderà di volta in volta. "Il governo ha già detto con grande chiarezza che il cammino delle riforme proseguirà - ha spiegato il consigliere politico di Berlusconi - noi non ci sentiamo vincolati a condividere un percorso nel suo totale". Detto questo Toti ha assicurato che Forza Italia non farà il kamikaze: "Le riforme sono patrimonio del paese ma non ci sentiamo di dover votare tutto per forza". Nonostante le rassicurazioni di Toti, la rottura del patto rischia seriamente di minare il cammino delle riforme. Ieri, intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta, Renzi si è detto determinato ad andare avanti, con o senza Forza Italia. I numeri, però, non sono certo dalla sua parte. A Palazzo Madama, in particolar modo, c'è il serio rischio che al governo vengano a mancare i voti necessari a far passare le leggi. "Al Senato Forza Italia è stata più volte determinante - ha fatto notare Toti - i voti parlamentari non sono problemi nostri, noi siamo all'opposizione".

Nel documento finale, il Comitato di presidenza di Forza Italia ha duramente contestato il metodo scelto dal Partito democratico per arrivare alla designazione del candidato al Quirinale. "La stima e il rispetto, umano e politico, per la persona designata - si legge - non possono farci velo nel giudicare inaccettabili le modalità adottate nella trattativa tra le forze politiche dal partito di maggioranza relativa". Modalità che hanno spinto Forza Italia a sconfessare quel principio di condivisione delle scelte istituzionali, "elemento fondante del patto sulle riforme da noi sempre onorato". A Mattarella vanno, comunque, gli auguri dei vertici azzurri di buon lavoro: "Siamo sicuri che saprà essere un arbitro imparziale della vita politica del paese e un custode attento degli equilibri democratici delle nostre istituzioni".

Da Fitto è arrivato un nuovo, durissimo attacco al Comitato di presidenza definendolo un organismo "illegittimo" che non ha "nessuna valenza statutaria né politica". Nella conferenza stampa convocata alla Camera, proprio mentre Berlusconi riunisce il "parlamentino" di Forza Italia, Fitto ci è andato giù duro: "Sono organismi che non hanno funzione e legittimità, riunire oggi l’ufficio di presidenza è singolare, in quanto non è stato riunito sulla legge elettorale, non è stato riunito sulle riforme, non sul presidente della Repubblica e poi lo si riunisce oggi? Non ha alcuna valenza di carattere politico". Poi ha ribadito l'azzeramento dei vertici di partito per "avviare un dibattito sulla legittimazione dei quadri dirigenti del partito e sulla linea politica".

La conferenza di Fitto non è stata affatto apprezzata dai vertici azzurri. "Abbiamo convocato una riunione dell’ufficio di presidenza, Fitto dovrebbe venire lì e discutere lì. Fare una conferenza stampa in contemporanea vuol dire che uno ha altre idee nella testa". E Maurizio Gasparri ha sconsigliato calorosamente questa linea: "Quelli che hanno avuto altre idee nella testa, hanno fatto questa fine: zero per cento Fini, chiedere il 3% anziché il 4 e mezzo Alfano". Insomma, chi si mette contro il Cavaliere "ha fatto danni certamente a Forza Italia, senza trarre benefici per sé.

Quindi - ha, poi, concluso - rifletta chi vuole fare altre rotture: non è una strada utile".

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