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Il figlio uccise un coetaneo Ora arriva la vendetta: genitori freddati in negozio

Bepi Castellaneta

Foggia Una raffica di mitraglietta che in pieno giorno sparge terrore e morte all'interno di una profumeria, un duplice omicidio compiuto secondo un feroce copione mafioso, l'ombra di un altro delitto che si incrocia con le indagini e suggerisce una prima pista agli investigatori anche se va ancora verificata con elementi concreti: così, alle 9,30 del mattino, è di nuovo terrore San Severo, una trentina di chilometri da Foggia, paesone di cinquantamila abitanti dove non molto tempo fa il sindaco, Francesco Miglio, ha fatto lo sciopero della fame invocando interventi contro l'escalation criminale mentre il 5 marzo sono stati sparati colpi di pistola contro i furgoni della polizia.

Le vittime sono un uomo di 56 anni, considerato un nome pesante dei clan della zona, e la moglie, una donna di 55 anni: sono i genitori del sedicenne che il 7 ottobre dell'anno scorso uccise con un colpo di pistola all'addome un ragazzo di 17 anni, Mario Morelli, perché secondo lui aveva un interesse per la sua ragazza. Nell'agguato rimase gravemente ferito un altro minorenne, una serata da Far West in una piazza del paese pianificata con il pretesto del colloquio chiarificatore. Nel giro di due giorni le indagini approdarono a una svolta e il presunto assassino fu arrestato. Un caso chiuso, che pare però riemergere dopo l'ultima mattinata di paura.

La pista maggiormente accreditata sul duplice delitto nella profumeria è quella di un collegamento con la sparatoria di sette mesi fa. Una vendetta, dunque. Gli investigatori, tra cui l'Antimafia, stanno infatti verificando se ci possa essere un macabro filo comune che ancora una volta ha macchiato di sangue un paese travolto dall'emergenza criminale.

Per il momento l'unica cosa certa è che quella di ieri è stata un'esecuzione, come dimostra il colpo di grazia alla testa inferto al 56enne, già sopravvissuto a un agguato a dicembre. Secondo una prima ricostruzione della polizia, i killer erano in tre e a bordo di un Suv: il conducente si è fermato dinanzi alla profumeria delle vittime, in via Don Minzoni, zona Porta San Marco, e ha atteso con il motore acceso; gli altri due sono scesi, sono entrati e hanno aperto il fuoco. Nel negozio c'era anche la madre della donna, che era in bagno ed è sfuggita agli assassini. I sicari si sono poi allontanati per le strade di una città dove i giorni sono scanditi da colpi di pistola e bombe, una lunga serie di agguati e attentati che si sono ripetuti nelle ultime settimane nonostante i rinforzi inviati dal governo. Proprio i furgoni degli agenti trasferiti a San Severo dopo lo sgombero del ghetto dei braccianti extracomunitari furono crivellati di colpi due mesi e mezzo fa. «Dobbiamo constatare che la delinquenza non si ferma dinanzi a nulla», dice il sindaco Miglio. Il quale chiede l'aiuto dello Stato e invoca un nuovo incontro al Viminale.

«Assistiamo increduli aggiunge il primo cittadino a un altro terribile evento malavitoso, un duplice omicidio che scuote i nostri animi, avvenuto in pieno giorno, in una via centralissima e a due passi da un frequentato mercato ortofrutticolo».

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