Politica

Florida, spari dentro l'aeroporto Il killer è un militare americano

Cinque morti e otto feriti. L'uomo aveva la pistola nel bagaglio sul volo. Finiti i colpi si è fatto arrestare

Nino Materi

Il suo sogno? «Tornare a fare grande l'America». Nelle foto del suo profilo Facebook la frase «trumpiana» campeggia su una maglietta rossa: «Make America great again!». In un'altra immagine appare invece con un fucile tra le mani. Probabilmente la stessa arma usata ieri da Esteban Santiago, (30 anni, ex militare di origine ispanica con tanto di piastrina «nostalgica» al collo) per seminare morte nell'aeroporto di Fort Lauderdale in Florida, a nord di Miami.

Sono da poco trascorse le 16 quando si sentono riecheggiare i primi spari. Nel giro di pochi secondi cadono a terra senza vita 5 persone, altre otto vengono ferite. Il pavimento si macchia di sangue. A fare fuoco all'impazzata un uomo con una t-shirt di «Star Wars». Il «guerriero stellare» si materializza dal nulla, come i peggiori incubi, e comincia a sparare: mira alla testa.

Secondo le prime ricostruzioni, il killer era un passeggero di un volo proveniente dall'Alaska e aveva la pistola in una borsa imbarcata nella stiva dell'aereo. Atterrato in Florida, l'uomo avrebbe caricato l'arma da fuoco in bagno una volta recuperata la borsa al terminal 2 dell'aeroporto e aperto il fuoco nell'area ritiro bagagli. Alcuni testimoni riferiscono anche di un diverbio a bordo del volo, tanto che qualcuno suppone possa essere questo uno dei moventi della sparatoria. «Aveva avuto rapporti con l'Fbi di Anchorage in Alaska, da cui proveniva, e aveva precedenti per piccoli crimini e apparentemente soffriva di problemi mentali», riferisce in serata la Cnn citando fonti tra gli inquirenti. Ciononostante era in possesso di un'arma regolarmente denunciata.

Centinaia di persone cominciano a correre, l'evacuazione avviene nel panico generale. Gli spari, poi l'arresto del killer: Santiago, con la sua faccia un po' così. «Non è un terrorista» si affretta a precisare la polizia. Testimoni riferiscono che dopo aver sparato ed esaurito i colpi il killer si è seduto, allontanando da sé la pistola, e ha atteso glacialmente l'arrivo degli agenti, cui non ha opposto resistenza.

All'esterno dello scalo, dove cercano riparo centinaia di persone è il panico. Si diffondono le voci di un secondo killer e di una seconda sparatoria, entrambe smentite. Clima di paura e incertezza che contribuisce a rendere ancora più surreale un pomeriggio che ha riattivato negli occhi degli americani le immagini dei peggiori momenti vissuti dal proprio Paese. Nelle case degli americani il «film» dell'angoscia si ripete incessantemente, così come i commenti dei reporter: «La sparatoria è avvenuta nell'area ritiro bagagli del terminal 2. Le immagini mostrano passeggeri evacuati. Il movente del gesto resta ancora un mistero». La Cnn ribadisce: «Non sarebbe stato un'azione terroristica». I testimoni oculari citati dalla rete di Atlanta riferiscono che l'uomo non avrebbe urlato alcuno slogan nel momento in cui ha iniziato ad aprire il fuoco: «Non diceva una parola. Sparava con precisione dopo aver preso la mira. Pareva tranquillo e sicuro di sé. Sembrava un professionista abituato a maneggiare le armi».

Il sindaco della città di Miami, Barbara Sharief, sostiene che «non ci sono elementi al momento che lascerebbero intendere che abbia agito insieme ad altri complici».

Ari Fleischer, ex portavoce di George W. Bush, era sul posto e ha scritto su Twitter che «tutti stanno correndo nello scalo internazionale, ormai in preda al panico e al caos più totali». Un'altra persona ha twittato una foto di un uomo seduto a terra sanguinante. Intanto Trump e Obama raccomandano: «Americani, rimanete in casa».

Un annuncio che mette i brividi.

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