Cronache

La Fontana di Trevi in rosso in ricordo dei martiri cristiani

Dalla Siria alla Nigeria sono 200 milioni i perseguitati. Le testimonianze toccanti dei familiari delle vittime

La Fontana di Trevi in rosso in ricordo dei martiri cristiani

La Fontana di Trevi illuminata di rosso per non dimenticare il sangue versato dai cristiani perseguitati. Oggi alle 20, l'associazione Pontificia, Aiuto alla Chiesa che soffre, accenderà dei fasci di luce color porpora, che nel cuore di Roma ricorderanno i martiri di oggi massacrati per la loro fede. In questa suggestiva cornice porterà la sua testimonianza Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo. Sabato alle 16 il portavoce della città martire siriana incontrerà i lettori nelle sede del Giornale. Un'iniziativa degli «Occhi della guerra» con la Chiesa che soffre, per non dimenticare.

«Aleppo è una nuova Sarajevo» ha dichiarato Andre Iacomini, portavoce di Unicef Italia. Ieri un altro ospedale di Medici senza frontiere è stato colpito nella città siriana lasciando fra le macerie una trentina di morti compresi bambini. Come sempre è stato puntato il dito contro i bombardieri russi, che non hanno lasciato del tutto la Siria, ma il ministero della Difesa di Mosca ha seccamente smentito che ci fossero propri caccia in volo sopra Aleppo.

«Imporporare la Fontana di Trevi sarà l'occasione per offrire a tutti un segno della presenza, ancora oggi, del martirio e per innalzare al Signore una preghiera a favore dei cristiani perseguitati» ha osservato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Una suora racconterà la storia delle quattro missionarie della Carità massacrate il 4 marzo in Yemen, dove nella guerra civile imperversa Al Qaida. Shahid Mobeen, fondatore dell'Associazione pachistani cristiani in Italia ricorderà la figura del martire Shahbaz Bhatti. Il ministro cristiano per le minoranze religiose di Islamabad è stato freddato da una guardia del corpo legata ai talebani. Maddalena Santoro racconterà la missione e il calvario di suo fratello, don Andrea Santoro ucciso in Turchia. Un giovane del Kenya, Luka Loteng, renderà omaggio ai 142 studenti cristiani di Garissa passati per le armi dai terroristi somali legati ad Al Qaida.

Il rosso sangue della Fontana di Trevi punta a sensibilizzare l'opinione pubblica sui 200 milioni di cristiani perseguitati nel mondo e spesso dimenticati. All'iniziativa ha aderito il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphael I Sako. «Purtroppo perseguitare i cristiani è divenuto un fenomeno diffuso - ha spiegato Sako - Non soltanto in Iraq, ma in molte parti del mondo e perfino in Occidente dove i fedeli sono discriminati».

Anche l'arcivescovo nigeriano di Kaduna, si unirà simbolicamente in preghiera alla manifestazione della Fontana di Trevi. «Nel Nord della Nigeria i cristiani sono sistematicamente perseguitati - spiega monsignor Matthew Man-Oso Ndagoso - Tanti nostri fratelli vivono nella condizione di rifugiati, mentre altri sono stati uccisi soltanto perché cristiani».

Pure la Siria rischia oggi di svuotarsi della presenza cristiana. Il vescovo caldeo di Aleppo il giorno dopo la manifestazione romana incontrerà i lettori al Giornale ricordando che due terzi dei cristiani del suo paese sono fuggiti dalla guerra. Simbolo dell'esodo è la città-martire di Aleppo, fino al 2011 roccaforte della cristianità in Siria con 160mila fedeli. Oggi ne sono rimasti appena 40mila.

PER NON DIMENTICARE I CRISTIANI PERSEGUITATI: L'INCONTRO AL GIORNALE

L'incontro per non dimenticare i cristiani sotto tiro è organizzato dagli Occhi della guerra per i reportage di qualità e si terrà nella sede de il Giornale in via Negri 4 alle 16 di domani. Il moderatore, Giovanni Masini, giovane giornalista, è da poco rientrato dal Kurdistan iracheno dove ha seguito una missione della Chiesa che soffre fra i rifugiati cristiani fuggiti davanti all'avanzata delle bandiere nere (GUARDA IL REPORTAGE). Monsignor Audo parlerà della guerra in Siria, che ha provocato l'esodo: «I cristiani che potevano partire sono già partiti e gli altri cercano di lasciare il paese, soprattutto i giovani. È grande la paura che la nostra comunità possa scomparire». Per informazioni e per confermare la vostra presenza chiamate il numero 02.85.66.445 o scrivete un'email a donazioni@gliocchidellaguerra.

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