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"Formidabili quegli anni". Nel "Berlusconi Day" il lungo omaggio al Cav

Nel giorno in cui avrebbe compiuto 87 anni, Fi lo ricorda con big di partito, manager e attori Il messaggio della famiglia: "Siamo con voi"

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Il famoso «ologramma» che secondo alcune voci avrebbe dovuto campeggiare all'ingresso della kermesse azzurra alla prova dei fatti non c'è, ma all'Hotel Ariston di Paestum, dove tutta Forza Italia si ritrova per il compleanno del Cavaliere, non c'è bisogno di un succedaneo virtuale di Silvio Berlusconi.

La sua presenza si respira ovunque - «sono arrivati quadri, disegni, storie, messaggi, sculture a dimostrazione di quanto affetto ci sia nei suoi confronti» racconta Fulvio Martusciello - , nell'abbraccio del popolo azzurro con oltre tremila presenti, nel racconto del suo straordinario percorso umano, politico e imprenditoriale attraverso le voci di chi lo ha vissuto. Ma anche nella lettera aperta dei figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi.

Un messaggio in cui la famiglia Berlusconi sottolinea soprattutto il «denominatore comune in tutto quello che Silvio Berlusconi è stato nella sua vita: l'amore. Amore per la sua famiglia, amore per le sue imprese, amore per l'Italia, amore per la libertà». Ma anche il desiderio di continuare a essere vicino al partito azzurro. «Forza Italia ha incarnato la sua visionale spinta per la libertà, oggi spetta a voi tenere viva questa passione proseguendo lungo la linea ideale che lui ha indicato e tracciato con la stessa coerenza, la stessa onestà intellettuale e lo stesso spirito di servizio per il Paese. La nostra famiglia è al vostro fianco in nome dell'amore che per sempre ci legherà al nostro papà e del rispetto per tutto ciò per cui ha combattuto e in cui ha impegnato tutto se stesso. Ora il suo sogno politico deve essere il cuore pulsante di Forza Italia e di tutti coloro che credono in un Paese più democratico, più moderno e più libero».

Antonio Tajani legge la lettera e ringrazia «i cinque fratelli Berlusconi che continuano a esserci vicino ogni giorno». Arrivano anche gli auguri di Giorgia Meloni che ricorda «un grande combattente, un amico, un alleato e un leader instancabile» e quelli di Matteo Salvini, «buon compleanno Silvio, ci manchi». Tajani ricorda quanto lo ha studiato e osservato, cercando di rubargli i segreti e di imparare da lui l'arte della politica. «Se non ci fosse stato Berlusconi forse sarei un ministro degli Esteri meno capace, ore ed ore passate accanto a lui per imparare, rubando con gli occhi. Grazie a lui ancora riusciamo a essere protagonisti nel mondo. Non è un caso che i figli ricordino che la parola più amata dal padre è libertà, il valore fondante di ogni nostra battaglia».

Sono tanti i ricordi che si succedono. Adriano Galliani racconta l'epopea del Milan, ma si sofferma anche sull'unità familiare, commentando l'intitolazione del Belvedere della Regione Lombardia. «La cosa che mi ha commosso della cerimonia è l'unità di intenti all'interno della famiglia Berlusconi». Il presidente di Leonardo Stefano Pontecorvo ne ricorda, invece, «il talento straordinario. Per lui attraverso le nostre imprese e la nostra cultura si doveva far vedere il lato buono del Paese, non era un uomo di chiacchiere». Stefania Craxi lo celebra come simbolo del vigore e della rinascita dell'Italia anni 80, all'interno di una vicenda umana intrecciata con quella di suo padre Bettino. Maria Elisabetta Alberti Casellati ricorda una delle loro ultime conversazioni. «Gli parlai della mia riforma e dell'elezione diretta del premier. Era contento, ma lui aveva parlato da visionario di premierato in un discorso alla Camera nel 1995». E soffermandosi sul costante martellamento mediatico e giudiziario subito dal Cavaliere, Casellati ricorda una sua frase: «Pensa a Leonardo, avrebbe fatto la Gioconda se ogni giorno qualcuno lo avesse schiaffeggiato?». Rita Dalla Chiesa ricorda il primo incontro con il Cavaliere. «Ha avuto sempre in testa il pallino di farmi entrare in politica. Lo conobbi al teatro Manzoni, me lo presentò mio padre dicendomi Rita questo ragazzo si farà. Stava costruendo il suo impero ed era giovanissimo.

Grazie a lui ho conosciuto la tv più bella, fatta di buone maniere e credo che quella tv oggi stia tornando, grazie a Piersilvio».

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