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Le forze dell'ordine "arrestano" il governo sul nuovo contratto

Contrari anche i militari: «Solo 44 euro di incremento al mese? Contentino inaccettabile»

Le forze dell'ordine "arrestano" il governo sul nuovo contratto

È scontro aperto tra i Cocer e i rappresentanti delle forze di polizia e il governo sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei comparti Sicurezza e Difesa. «Un vergognoso contentino pre elettorale che non possiamo accettare», spiegano gli addetti del settore schierati dalla parte di militari e agenti. Anche perché la Corte costituzionale si espresse nel 2015 sulla vicenda e in tre anni solo adesso, alle porte con le elezioni, si trova il tempo di proporre di corsa una soluzione che scontenta i più.

Oggi si terrà l'ennesimo incontro in cui le organizzazioni sindacali e le rappresentanze militari daranno battaglia per far sì che la proposta dell'esecutivo non si trasformi nella solita medaglia al petto per i partiti in vista della prossima tornata elettorale del 4 marzo.

Contrari alla firma, oltre ai sindacati di polizia, anche i rappresentanti dei Cocer di Aeronautica, Marina e Carabinieri. È possibile che anche i sergenti dell'Esercito si schierino dalla loro parte, mentre daranno il loro assenso al nuovo contratto nazionale ufficiali e marescialli della Forza armata di terra. C'è chi dice «per paura di ripercussioni interne», visto che il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, è proprio dell'Esercito. Che succederà? Che l'amministrazione, probabilmente, darà il suo assenso alla proposta del governo, nonostante il malcontento generale. Ma fino a quel momento i militari diranno un «no» secco e importante contro una proposta di contratto che è molto distante dalle loro richieste e che, se dovesse passare, andrà sicuramente a influire sull'opinione politica di coloro che, pur indossando una divisa, restano anche cittadini con diritto di voto.

Finora nessuna normativa è stata messa sul tavolo della trattativa, ma solo una proposta economica di aumento del 3,48 per cento degli stipendi mensili lordi, che in soldoni fanno circa 44 euro. C'è chi opta per il «pochi, maledetti ma subito», e c'è chi, come il deputato di Forza Italia, Elio Vito, fa notare che, nonostante le iniziative parlamentari per impegnare il governo su questo fronte, si sia riusciti solo «a strappare risorse stentate, mai effettivamente stanziate». «Hanno buttato 5 miliardi di euro continua - per i clandestini e continuano a riservare le briciole per chi si occupa della nostra sicurezza».

Non si fa attendere la dichiarazione del luogotenente Antonello Ciavarelli (Cocer Marina e Guardia Costiera): «Dopo oltre 8 anni di mancato contratto le norme sono addirittura state interpretate al ribasso. Un esempio? Quando le navi sono in missione internazionale si forfettizza l'orario di lavoro riconoscendo meno di 3 euro all'ora al posto dello straordinario. Lo stesso criterio aggiunge - avviene per le motovedette della Guardia costiera. Si rischia la vita per salvarne altre per 3 euro l'ora. I colleghi chiedono dignità e riconoscimento per i sacrifici che si fanno per la Nazione. Ecco perché chiediamo di non firmare se non c'è un confronto democratico sul contratto normativo». Sulla stessa linea il maresciallo Marco Cicala (Cocer Aeronautica): «Ci sono state presentate delle tabelline con ripartizione a pioggia chiarisce - senza che si entrasse minimamente nel merito.

Sono pronto al confronto, a lavorare sui temi e risolvere le tante criticità che vive il personale che rappresento, ma dico che per fare un contratto come si deve occorre il tempo, quel tempo necessario per rendere più funzionale lo strumento militare».

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