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La frottola su Dublino per accusare Berlusconi

La frottola su Dublino per accusare Berlusconi

La tattica è quella antica di rigirar la frittata. Dopo il destro e il sinistro rifilatigli dagli ex-ministri Emma Bonino e Mario Mauro, dopo esser stato accusato di aver deliberatamente accettato, con la firma della missione Triton, lo sbarco in Italia di tutti i migranti salvati davanti alle coste della Libia Matteo Renzi cerca disperatamente una via d'uscita. «La posizione dell'Ue - abbozza ieri mattina il segretario Pd - non dipende dalla scelta dell'ultimo governo, ma da un regolamento di Dublino poi modificato e reso forte nel 2013 che decide che chi arriva in Ue va accolto dai singoli paesi di primo approdo».

Con quell'uscita Renzi punta a scaricare tutte le colpe sugli esecutivi, guidati da Berlusconi e Letta, responsabili nel 2003 e nel 2013 della ratifica del Trattato di Dublino e della sua successiva revisione. Ma la tesi non sta in piedi. Fino al settembre 2014, quando il ministro degli Interni Angelino Alfano firma l'intesa sulla missione europea Triton, la responsabilità dei migranti resta in carico, in base al diritto marittimo, allo stato di cui la nave soccorritrice batte bandiera. Quindi proprio in base alle regole di Dublino un eventuale gruppo di profughi soccorso nel Mediterraneo, tanto per far un esempio, da una nave tedesca avrebbe dovuto poi richiedere l'asilo alle autorità di Berlino.

A trasformare Dublino in un'autentica ghigliottina per il nostro paese ci pensano Matteo Renzi e Angelino Alfano accettando di accogliere nei nostri porti tutti i profughi salvati dalle varie missioni di soccorso, Ong comprese. Per capirlo basta leggere il comunicato con cui, solo poche ore dopo l'uscita di Renzi, un portavoce di Frontex, l'agenzia europea responsabile della missione Triton, ricorda al governo italiano la sottoscrizione delle regole per lo sbarco dei migranti nella Penisola. «Il piano operativo di Triton, concordato e sottoscritto con le autorità italiane, prevede che l'Italia sia il Paese ospitante. In quanto tale recita il comunicato - l'Italia decide in quale dei propri porti debba avvenire lo sbarco dei migranti soccorsi durante le attività di search and rescue...».

Come dire l'avete scelto e sottoscritto, ora, per cortesia, non lamentatevene. Ma le tesi di Renzi stentano a stare in piedi anche senza i distinguo di Frontex. Addossare la responsabilità della firma di Dublino al governo di Silvio Berlusconi è completamente fuori luogo per una semplice ragione storica. Nel 2003 gli sbarchi in Italia sono appena 14.331. Meno insomma di quanti se ne possano contare oggi in un paio di settimane estive segnate dal mare piatto. Parliamo insomma di due ere geologiche diverse.

E per capirlo basta dare una scorsa ai numeri. Nei dodici anni intercorsi dal 2002 alla fine del 2013 arrivano in Italia all'incirca 288.500 migranti. Dal 2014 ad oggi, ovvero nei tre anni e mezzo segnati dai governi del Pd renziano, gli sbarchi toccano quota 590mila.

I numeri, stavolta è il caso di dirlo, parlano da soli.

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