Politica

Fuga dai ballottaggi, a casa 2 su tre

Affluenza al 37,4%, diciassette punti in meno del primo turno. Sfida chiave a Ferrara

Fabrizio Boschi

La resa dei conti finale è arrivata. Ieri si sono sparate le ultime cartucce alle Comunali. Se l'assalto salviniano non ha funzionato a Modena, Bergamo, Bari, Firenze, rimaste appiccicate al centrosinistra, altrove il cambio di vento si è sentito spedendo tante città al ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra. Per esempio, per la prima volta nella sua storia nella città Natale del Pci, Livorno, il centrodestra ha sfidato i dem al ballottaggio: i Fratelli d'Italia di Andrea Romiti (in svantaggio col 26,6%) contro il Pd di Luca Salvetti (forte del suo 34,2% al primo turno). M5s non pervenuto dopo la performance disastrosa dei cinque anni di amministrazione Nogarin. Infatti, il dato più significativo da rilevare in questi ballottaggi, è che il Movimento cinque stelle, ad esclusione di Campobasso (l'unico capoluogo che ha visto un esponente M5s, Roberto Gravina, sfidare la leghista Maria Domenica D'Alessandro), era fuori dai giochi da ogni città.

La Lega, uscita vincitrice dalle Europee, cercava conferme anche al sud, con Campobasso, appunto, e Potenza. Forte del 44,73% ottenuto due settimane fa, Mario Guarente, candidato dal centrodestra, si scontrava con Valerio Tramutoli, di Basilicata possibile. A Foggia, invece, Franco Landella, il sindaco uscente del centrodestra (46,11% al primo turno), se l'è vista con Pippo Cavaliere del centrosinistra fermo al 33,71%.

Curioso che ad Avellino la corsa è stata tra due candidati di centrosinistra: Gianluca Festa e Luca Cipriano. Altro derby, ma sul fronte del centrodestra, in scena ad Ascoli Piceno tra Marco Fioravanti (38% al primo turno), candidato di Fdi e Lega, contrapposto al già sindaco Piero Celani (fermo al 21%), candidato da Forza Italia.

In Toscana, oltre a Livorno, la sfida importante è stata a Prato: il sindaco renziano uscente Matteo Biffoni (Pd) si è scontrato in una partita non facile con Daniele Spada, presentato dal centrodestra. Ma è stata in Emilia Romagna la battaglia più cruenta. A Reggio Emilia, il sindaco uscente del Pd Luca Vecchi (che il 26 maggio si è fermato ad un soffio dalla riconferma con il 49,13%) ha cercato di imporsi su Roberto Salati candidato dal centrodestra. Situazione ribaltata a Ferrara dove il leghista Alan Fabbri (ad un passo dal traguardo con il 48,44%) ha fronteggiato Aldo Modonesi (31,75%). A Forlì il ballottaggio è stato tra Gian Luca Zattini (centrodestra) e Giorgio Calderoni (centrosinistra). A Rovigo si è contesa la poltrona il centrodestra con Monica Gambardella che partiva dal 38,17%, e il dem Edoardo Gaffeo col 25,42%. A Cremona la sfida è stata tra il sindaco uscente Gianluca Galimberti (fermo al 46,65%) e il candidato del centrodestra Carlo Malvezzi, cinque punti indietro.

Dopo la vittoria alle regionali di Alberto Cirio, in Piemonte si è votato a Biella dove si sono scontrati Claudio Corradino, del centrodestra, che ha ottenuto il 39,95%, e Donato Gentile, rappresentante delle liste civiche, che ha avuto il 27,5%. A Vercelli Andrea Corsaro (centrodestra) si è presentato allo scontro con la sindaca uscente del centrosinistra Maura Forte, con il 41,8% al primo turno. Anche a Verbania la sindaca uscente, Silvia Marchionini del centrosinistra, ha inseguito con il 36% lo sfidante del centrodestra Giandomenico Albertella, al 45%.

L'appello al voto dei tre leader del centrodestra corre sui social. «Meno tasse, meno burocrazia, meno clandestini, più infrastrutture, più sicurezza», è la ricetta di Silvio Berlusconi su Facebook. «Sostegno alle famiglie e sviluppo economico», è quella di Giorgia Meloni su Twitter. Più tranchant Salvini: «Mandiamo a casa ovunque la sinistra. Il treno del cambiamento passa oggi».

Tuttavia, alle 19 di ieri sera l'affluenza era in forte calo: 37,40% - a casa due elettori su tre - rispetto al 54,62% di due settimane fa.

Ben 17 punti percentuali in meno.

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