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Fuga dai contributi ai partiti. Gli incassi crollano del 61%

Finito il finanziamento pubblico, da inizio legislatura le entrate delle forze politiche calano da 88 a 34 miliardi

Fuga dai contributi ai partiti. Gli incassi crollano del 61%

Finita la pacchia. Per i partiti politici è arrivata l'ora di cambiar pelle, di passare a un nuovo sistema politico in cui il partito non sarà più l'asse portante. Sembra un processo inesorabile in quanto l'analisi dei bilanci da inizio legislatura a oggi evidenzia un crollo delle entrate del 61 per cento. Non proprio bruscolini. Tra le cause di questa crisi c'è la riforma del finanziamento pubblico e privato che ha ridotto gli introiti e marginalizzato i partiti. La conseguenza è un'accresciuta importanza di altri soggetti come i gruppi parlamentari (che da soggetto istituzionale viene chiamato a finanziare attività che sarebbero di normale competenza dei partiti), i singoli candidati e i Think Tank. Tutti soggetti non sempre sottoposti a obblighi di trasparenza adeguati al ruolo che stanno ricoprendo.

Nel conteggio dei bilanci sono incluse le sole entrate della gestione caratteristica, cioè quelle che derivano da fondi pubblici, donazioni private, quote d'iscrizione e da altre attività tipiche. Le cifre del crollo sono eloquenti. Si è passati dagli 88.615.149,27 del 2013 ai 55.910.655,51 del 2014 e dai 45.091.568,21 del 2015 ai 34.718.477,79 del 2016. Come detto, alla crisi dei partiti corrisponde l'emergere dei gruppi parlamentari, delle liste elettorali, dei candidati. E infatti nel 2016 le entrate dei gruppi elettorali sono state superiori a quelle dei partiti (34.718.477,79 quelle dei partiti e 53.350.255,00 i gruppi). Come se non bastasse, le regole di trasparenza previste per i partiti, seppur limitate, non riguardano i nuovi attori. Solo il 10,75 per cento dei Think Tank pubblica, infatti, il proprio bilancio.

Ma veniamo al dettaglio. Dai dati a disposizione (fonte Openpolis) riguardanti il biennio 2013-2014 si intravede il tracollo di fine legislatura. Il Pd passò, infatti, dai 38.443.195,00 del 2013 ai 23.374.134,00 del 2014. Forza Italia da 15.675.514 del 2013 ai 6.722.736,00 del 2014. La Lega Nord passò dai 14.037.673,77 agli 8.548.168,68. Fratelli d'Italia dai 2.152.841 ai 1.179.954,37. Un trend inesorabile che ha visto coinvolti tutti i partiti politici. Anche i versamenti sono in picchiata. I canali di finanziamento privato ai partiti si stanno prosciugando, un declino costante: le donazioni da persone fisiche, ad esempio, sono quasi dimezzate passando dai 21 milioni del 2013 ai 12 del 2016. Totalizzando anche le donazioni da persone giuridiche si passa dai 41 milioni di euro di quattro anni fa ai poco meno di 15 del 2016. Il punto è che il taglio del finanziamento pubblico ha imposto ai partiti di cercare nuove entrate per mantenere la struttura. Cambiamento che ha determinato una nuova proporzione tra gli incassi da finanziamento pubblico e donazioni private, con la prevalenza di queste ultime.

Il finanziamento privato non è un insieme indistinto. La letteratura in materia opera una distinzione netta tra finanziamento degli aderenti o piccole contribuzioni dei sostenitori; grandi finanziamenti da privati; finanziamenti da gruppi di pressione o imprese. Dai bilanci dei partiti non è possibile però discernere con chiarezza i tipi di entrate da privati. Ci sono poi altre voci che riguardano i contributi dall'estero o quelli da altre associazioni o partiti, ma sono residuali e non sono state considerate nell'analisi. L'unica eccezione è Fratelli d'Italia con 800mila euro ricevuti nel 2013 (di cui 750mila dal Pdl a seguito della scissione, 50mila dal gruppo al senato di Fdi).

Come si cambia per non morire. Per far fronte al taglio dei finanziamenti pubblici, Sel ha aumentato del 48% le contribuzioni da persone fisiche tra il 2013 e 2014. Forza Italia e Partito democratico hanno incrementato nello stesso periodo i finanziamenti da persone giuridiche.

Sempre il Pd, in occasione della campagna per la riforma costituzionale (campagna per il Sì), ha avuto promotori di natura diversa, tra cui i fondi dei gruppi parlamentari (2,2 milioni di euro). Nuove tendenze per un proliferare di nuove forze politiche?

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