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Gasdotto Tap, Emiliano choc: "Il cantiere sembra Auschwitz"

L'esplosione della centrale in Austria spinge in su i prezzi in Italia. Calenda: "Se il Tap fosse terminato, non avremmo problemi". Ma Emiliano attacca: "Stanno militarizzando inutilmente una zona"

Gasdotto Tap, Emiliano choc: "Il cantiere sembra Auschwitz"

Con l'esplosione di ieri la centrale di Baumgarten an der March, in Austria, uno dei principali hub europei da cui transita il gas in arrivo dalla Russia, ha subito danni rilevanti con ripercussioni che si sono subito fatte sentire anche sull'Italia. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha dichiarato lo stato di emergenza sull'approvvigionamento. Ma a gettare benzina sul fuoco ci pensa, ancora, una volta il fronte del "No Tap". E non cerca certo di distendere clima il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che, intervistato da Circo Massimo su Radio Capital, ha paragonato il cantiere di Melendugno al campo di concentramento di Auschwitz.

Le forniture dalla Russia all'Italia sono state temporaneamente interrotte. "La sicurezza del sistema - ha, tuttavia, assicurato la Snam - è garantita dagli stoccaggi". Il sito di Baumgarten è il più grande punto di ricezione di gas in Austria per il gas, il punto finale di una serie di condotte che arrivano principalmente dalla Russia e dalla Norvegia: riceve circa 40 miliardi di metri cubi di gas all'anno e lo ridistribuisce altrove in Europa, compresa la Germania e l'Italia settentrionale. Calenda ha ricordato che "se avessimo avuto già oggi il Tap, non dovremmo dichiarare un'emergenza sull'approvvigionamento". Nonostante sia considerata un'opera strategica, il Tap è stato sempre osteggiato dalla sinistra e dai Cinque Stelle che, ormai da tempo, ammoggiano il fronte "No Tap". Come spiega anche Nicola Porro sul Giornale, si tratta di realizzare "l'ultima tratta di un gigantesco gasdotto da più di 800 chilometri che dovrebbe portare nel 2020 il gas dall'Azerbaigian all'Italia. Sono otto modesti chilometri, interrati, senza alcun impatto visivo e ambientale, contro i quali un nugolo di fanatici sta facendo un gran baccano".

L'indomani dell'esplosione della centrale del gas di Baumgarten an der March, Emiliano è tornato a sparare a zero contro il Tap arrivando addirittura a paragonarne il cantiere al campo di concentramento di Auschwitz. "Se vedete le fotografie è proprio identico - ha tuonato - hanno alzato un muro di cinta con filo spinato, è impressionante. Stanno militarizzando inutilmente una zona e i cittadini si sentono coartati e vedono in quella struttura qualcosa che ricorda cose tristi della storia". Parole forti, che lo hanno fatto finire nella bufera e lo hanno costretto alle scuse su Twitter: "Il paragone tra il cantiere Tap e Auschwitz è oggettivamente sbagliato e mi scuso per averlo inopportunamente utilizzato questa mattina in radio durante una diretta", ha scritto Emiliano. Ma nel merito il governatore non cambia idea. Pur dicendosi favorevole al Tap, in radio ha sottolineato di volere l'approdo a Brindisi. "Io non sono il Signor No, perché propongo sempre alternative", ha continuato invitando Calenda a parlare piuttosto "di come prevenire incidenti come quello in Austria".

L'altro fronte di scontro è l'Ilva. "Il governo ci impone l'approdo sbagliato del Tap e poi vuole ricostruire l'Ilva come nell'Ottocento", incalza Emiliano accusando Calenda di fare "la tipica disinformatia sovietica".

"Non si preoccupa dei morti - accusa - si preoccupa del business e non dei cittadini, media tra la lobby del carbone e quella del gas, risponde a loro anziché all'interesse pubblico e poi terrorizza con il ricatto occupazionale".

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