Politica

Il "gioco del silenzio" 5S-Lega che accelera la crisi di governo

Salvini attacca i grillini per il silenzio su Garavaglia. I 5 Stelle rispondono: "Voi zitti sui fondi russi". Ed è gelo tra alleati

Il "gioco del silenzio" 5S-Lega che accelera la crisi di governo

Lega e Cinque Stelle al gioco del silenzio. Le ultime scintille tra i leghisti e i pentastellati sono arrivate con uno scontro incrociato e con accuse reciproche sul silenzio da parte grillina sul caso Garavaglia e su quello leghista sul caso dei presunti fondi russi. A innescare la polemica è stato il ministro degli Interni, Matteo Salvini che commentando l'assoluzione del viceministro all'Economia ha puntato il dito contro gli alleati: "Sono contento delle tante dichiarazioni di sostegno che sono arrivate a Massimo Garavaglia, mi ha stupito il silenzio dei 5 stelle", ha affermato il vicepremier parlando con i giornalisti a Helsinki dove si trova per un vertice sull'immigrazione. Parole di fuoco, quelle di Salvini, che hanno immediatamente riaperto lo scontro tra i Cinque Stelle e la Lega. La risposta grillina non si è fatta attendere e così i pentastellati hanno subito replicato il colpo: "Silenzio su Garavaglia? In verità a noi ci stupisce il silenzio di Salvini sui fondi russi. Salvini, così come farà Conte, riferisca in Parlamento e ci metta in condizione di poterlo difendere".

Dopo il battibecco però è arrivata una nota dai 5 Stelle per commentare proprio l'assoluzione di Garavaglia e rispondere in modo indiretto alle critiche di Salvini: "Siamo felici per il sottosegretario Garavaglia e ci auguriamo che ora possa convincere Salvini a riferire in Aula sui fondi russi, così come farà il presidente Conte. Se non c'è il rispetto del Parlamento, non c'è il rispetto dei cittadini". Insomma l'obiettivo dei pentastellati è quello di trascinare Salvini in Parlamento per chiarire la sua posizione riguardo ai presunti fondi russi arrivati alla Lega. Ma Salvini su questo punto è stato fin troppo chiaro: "Non abbiamo visto, chiesto o preso un euro fuori posto".

Salvini ha poi risposto al premier Conte che dopo aver chiesto l'intervento del vicepremier in Parlamento ha di fatto affermato di riferire, lui stesso, in Aula il prossimo 24 luglio: "Il mio cellulare ce l’ha, però se preferisce carta e penna ... per carità. Posso rispondere via mail, via whatsapp, via carta e penna che non abbiamo visto, chiesto e preso un euro fuori posto. Se ha tempo e voglia di scrivere, che scriva pure". Infine il vicepremier ha rincarato la dose proprio su Conte che ha parlato di rischi sulla nomina di un leghista in Commissione Ue dopo il "no" della Lega alla presidenza guidata dalla Von der Leyen: "Commissario Ue? Chiedetelo al presidente del Consiglio. Ormai ogni giorno ribadisce che è il presidente del Consiglio, giustamente. E quindi chiedete a lui". Ora tra il Viminale e palazzo Chigi è gelo totale e la strada per la crisi sembra semrpe più vicina..

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