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Giubileo al via tra i cantieri: uno su due è ancora al palo

Oggi arrivano i pellegrini per l'inaugurazione e i lavori sono in corso in tutta la Capitale Vigilanza massima: metal detector in San Pietro, no-fly zone e oltre 2mila agenti schierati

Giubileo al via tra i cantieri: uno su due è ancora al palo

Roma Ci siamo. Il giorno zero del primo Giubileo ai tempi dell'Isis è arrivato. San Pietro è blindata, 2mila gli uomini delle forze dell'ordine schierati per garantire la sicurezza dei pellegrini, oltre 2.200 i militari. Anche se dagli 007 non sono arrivati allarmi specifici, il livello di attenzione è massimo. Dopo i fatti di Parigi e dopo che il Califfato ha proclamato a più riprese l'intenzione di alzare la sua bandiera in Vaticano, per la cerimonia d'apertura della Porta Santa - alla quale presenzieranno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quello del Consiglio Matteo Renzi e il ministro dell'Interno Angelino Alfano - sono scattati dispositivi di sicurezza eccezionali.Anche se la paura di attentati ha ridimensionato le stime sugli arrivi, oggi sono attese dalle 50mila alle 100mila persone, il 30 per cento delle quali straniere. Troveranno una città presidiata, ma anche ostaggio dei cantieri: dei 31 previsti ne sono stati avviati 18 e di questi nessuno è stato completato. «Il mio staff ed io stiamo lavorando h24, Roma è davvero diventata un grande cantiere», dice il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. Non certo una bella figura agli occhi del mondo, ma del resto era inevitabile visto che i lavori sono partiti da un paio di settimane e neppure i quattro itinerari giubilari sono ultimati. Ma, assicura il Campidoglio, tutto sarà pronto per le prossime date importanti.Negli ultimi giorni la macchina della sicurezza è stata messa a punto fin nei dettagli apparentemente insignificanti, la regia è affidata alla sala gestione grandi eventi della questura, che è in contatto continuo anche con l'intelligence internazionale. Già da ieri sera sono cominciate le bonifiche con artificieri e unità cinofile antiesplosivo e i controlli con metal detector fissi e portatili. Questa mattina i tre varchi per accedere a San Pietro - che la tecnologia farà splendere di luci colorate al led - sono stati aperti alle 6.30, a ridosso della Basilica ci sarà un'area di massima sicurezza con controlli ferrei.

Zone rosse sono state istituite anche attorno alle altre Basiliche. Ma i fedeli e i turisti, molti arrivati già ieri, si sottopongono senza lamentarsi alle inevitabili attese. Dicono di non avere paura, di sentirsi rassicurati da un tale spiegamento di forze. Che c'è e si vede: pattuglie della municipale a ogni incrocio, blindati lungo via della Conciliazione, auto di polizia e carabinieri che perlustrano Borgo Pio e dintorni. Già dall'indomani delle stragi di Parigi, del resto, in Italia conviviamo con l'allerta di livello 2, quello che precede il più alto, corrispondente a un attacco in corso. Da allora sono diventati obiettivi a rischio tutti i luoghi di aggregazione, i monumenti e i cosiddetti «soft target», come ristoranti, caffè, cinema, centri commerciali e stadi. I controlli sono aumentati ovunque. Oggi, con piazza San Pietro considerata l'obiettivo numero uno, è il giorno di massima allerta. Da stamattina è stata ulteriormente potenziata la sorveglianza di metro e stazioni. La Capitale sarà sorvegliata speciale anche dal cielo, grazie al contributo dell'aeronautica militare. Un Predator, un velivolo a pilotaggio remoto, vigilerà sulle aree sensibili della città, previsto anche l'uso di radar e caccia intercettori per la difesa area.Un impegno straordinario per garantire la sicurezza dei pellegrini, dunque. Ma poi c'è l'imprevedibile. Quindi è tutto pronto anche nell'eventualità di un attacco terroristico, pronto soccorso e posti letto negli ospedali compresi.

In caso di emergenza ci saranno due catene di comando, una locale che fa riferimento al prefetto e al questore e l'altra al capo della polizia e al ministro dell'Interno.

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