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Sentenza "bomba" sui 5 Stelle: espulsioni a rischio boomerang

Il Tribunale di Cagliari boccia il M5S: "Movimento privo di rappresentanza legale. Le espulsioni sono illegittime"

Sentenza "bomba" sui 5 Stelle: espulsioni a rischio boomerang

“Il Movimento 5 stelle è privo di rappresentante legale, l’espulsione è quindi illegittima. Vi è quindi la necessità di nominare un curatore speciale non potendo il Movimento essere più rappresentato da un organo inesistente”. La pronuncia del presidente del Tribunale di Cagliari mette in luce tutto il pressapochismo e l’inadeguatezza dei vertici pentastellati. Le dimissioni di Vito Crimi dal ruolo di “Capo politico” hanno aperto una fase di incertezza che rischia di invalidare anche le espulsioni adottate nei confronti di deputati e senatori che si sono rifiutati di votare la fiducia al governo di Mario Draghi. Parlamentari che potrebbero subito trarre beneficio dalla severa pronuncia del giudice. L’annunciata costituzione di un nuovo “direttorio” non si è mai perfezionata: mancanza già evidenziata da alcuni espulsi. Non a caso, l’ex ministro Barbara Lezzi, ha addirittura annunciato di volersi candidare nonostante l’espulsione della settimana scorsa.

Il provvedimento giudiziario è arrivato dopo il ricorso di un’espulsa. Si tratta di Carla Cuccu, consigliera regionale pentastellata eletta nella massima assemblea sarda. La ricorrente si è fatta rappresentare dagli avvocati Patrizio Rovelli e Lorenzo Borrè. Quest’ultimo è protagonista di una lunga serie di vittore contro il Movimento 5 stelle di fronte a diversi tribunali: organizzazione che si è sempre dimostrata allergica alle categorie del diritto. Borrè spiega a IlGiornale lo spirito della decisione del Tribunale di Cagliari e le sue ripercussioni sulle dinamiche parlamentari: “Il provvedimento era necessario per il perfezionamento del contraddittorio nel procedimento contro l’espulsione. Indirettamente spiega i suoi effetti sulla valutazione di legittimità delle altre espulsioni irrogate sul presupposto dell’esistenza di una carica soppressa a seguito delle modifiche statutarie”. Borrè attacca su tutta la linea la narrazione dei vertici grillini: “I precedenti giurisprudenziali sconfessano l’interpretazione di Beppe Grillo della resilienza di un organo che invece è stato sostituito da un altro. Le sue interpretazioni, per fortuna, non valgono per il codice di procedura civile”.

Il Movimento 5 stelle dovrà ora conformarsi alla decisione assunta dal giudice. A breve la procura della Repubblica del capoluogo sardo potrebbe sollecitare tutti gli atti per consentire la costituzione della nuova rappresentanza legale: l’elezione del nuovo Comitato direttivo previsto dallo statuto. Il M5S subirà quindi gli effetti della legge del contrappasso.

Un partito giustizialista bocciato senza appello dai magistrati.

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