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Il golpe giustizialista di M5s: garanzie via, processi infiniti

Il ministro Bonafede vuol interrompere la prescrizione dopo il primo grado: «Ma i tribunali avranno più soldi»

Il golpe giustizialista di M5s: garanzie via, processi infiniti

Lo aveva già detto la scorsa estate che avrebbe stretto i cordoni della prescrizione nei processi, come previsto dal contratto di governo. E adesso, dopo aver aperto alla riforma della legittima difesa, per il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è arrivato il momento della svolta, da più parti considerata giustizialista, destinata ad alzare il livello dello scontro politico sui temi della giustizia.

Il Guardasigilli presenterà oggi un emendamento al ddl anticorruzione che prevede l'interruzione della prescrizione per tutti i reati dopo la sentenza di primo grado, a prescindere che sia di assoluzione o di condanna. Lo ha annunciato ieri ad un incontro a San Giuliano di Puglia con il Comitato delle vittime delle stragi alla vigilia del sedicesimo anniversario del crollo della scuola Jovine, che nel 2002 provocò la morte di 27 bambini e della loro maestra. Una sollecitazione a intervenire sulla prescrizione nei processi per le grandi stragi e calamità era venuta proprio dal Comitato Nazionale «Noi non dimentichiamo», che riunisce tutte le associazioni delle vittime delle stragi in Italia. Accogliendo il loro appello, lo scorso agosto, Bonafede aveva spiegato che la legge si sarebbe chiamata «Legge Viareggio», in memoria della tragedia ferroviaria del 2009 nella quale morirono 32 persone e per la quale è in corso un processo in cui il prossimo novembre andranno prescritti molti reati per alcuni dirigenti di aziende legate alle Fs.

Ancora non si sa se sarà il governo a presentare l'emendamento oppure se verrà firmato dai deputati del M5s. La proposta di modifica è già stata inviata e oggi sarà resa pubblica. «Poi seguirà il suo percorso - ha spiegato Bonafede - saranno fatte proposte, controproposte, esamineremo tutto, ma per me era importante dare il segnale di un lavoro concreto e che non si sottrae mai al confronto. Nel contratto di governo era previsto che la prescrizione fosse ancorata a maggiori investimenti nella giustizia, perché se dall'oggi al domani cambia si potrebbe avere un sistema che non riesce a reggere il carico delle cause che non cadono più in prescrizione. Quindi avevo detto che avrei presentato una proposta di riforma della prescrizione legata a investimenti nella giustizia, e ora questi investimenti ci sono, 500 milioni nella legge di bilancio».

Il golpe giustizialista del Guardasigilli non piace all'opposizione. Enrico Costa, deputato di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Giustizia del movimento azzurro, considera «forcaiola» la proposta del ministro a Cinque Stelle. «Bloccare la prescrizione dopo il primo grado - attacca - renderà eterni i processi. Non ci sarà più nessuna fretta di celebrare il giudizio di appello, in cui peraltro il 48 per cento delle sentenze di primo grado viene riformato. L'impugnazione non avrà più valore, sarà come abolire l'appello e il ricorso in Cassazione». Per il collega forzista Francesco Paolo Sisto, dirigente nazionale del Dipartimento Affari costituzionali, «la giustizia in versione grillina significa ergastolo processuale». «Da Bonafede - spiega il deputato azzurro - arrivano solo danni: per il processo, per i cittadini, per la Costituzione. Bloccare la prescrizione al primo grado di giudizio significa calpestare, con incoscienza e autoreferenzialità, l'articolo 111 della Carta».

Critico anche Pierantonio Zanettin, di Forza Italia, componente della Commissione Giustizia a Montecitorio: «Così si dilateranno a dismisura i tempi dei dibattimenti, determinando un fine processo mai, in frontale violazione del principio costituzionale della ragionevole durata dei processi».

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