Politica

Il governo preferisce i gay alla piazza

La Boschi dà la linea: nessun passo indietro sulle unioni omosessuali, neppure dopo la folla del Family Day

RomaRispetto e ascolto per le famiglie ma il governo non farà marcia indietro sui diritti per i gay. Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, non sottovaluta la forza delle migliaia di persone scese in piazza per dire no ai matrimoni gay e ai corsi su parità di genere, identità sessuale e omofobia. Allo stesso tempo il ministro conferma che sulle nozze gay si va avanti. «Credo che quella piazza vada ascoltata ma ci sono anche tante coppie omosessuali che si amano e che meritano di vedere riconosciuti i propri diritti - dice la Boschi - Sono convinta si possa trovare un punto di convergenza». Ma la Boschi sembra essere l'unica nel Pd a mostrare interesse per un dialogo con la piazza cattolica. Ben altro tono aveva scelto il sottosegretario Ivan Scalfarotto definendo la manifestazione «inaccettabile». E c'è chi riesce a superare Scalfarotto nell'esprimere disprezzo nei confronti del Family Day: l'autrice del ddl sulle unioni civili, Monica Cirinnà. «Quella piazza lì oltre a un'omofobia latente dietro il mio nome nasconde una grandissima voglia di discriminare - attacca la Cirinnà - Così può continuare a vivere dei privilegi di cui godono i genitori eterosessuali sposati». Dunque va registrato il fatto che per la Cirinnà gli assegni familiari sono «un privilegio» di cui oltretutto lei stessa gode al contrario di tantissime famiglie. Al di là di qualsiasi considerazione sui matrimoni gay c'è da chiedersi come si possa definire «privilegio» un diritto (che poi infatti come tale si vuole vedere riconosciuto anche per le coppie gay) e se la Cirinnà abbia idea del fatto che la legislazione italiana è quella che in assoluto fa meno per la famiglia rispetto a tutti gli altri paesi Ue. Gli organizzatori del Family Day, i Comitati Difendiamo i nostri figli e ProVita, ribadiscono che la piazza non era «contro» qualcuno ma a favore della famiglia. «I figli hanno bisogno di un papà e una mamma che li allevino e li aiutino a crescere - dice il portavoce Massimo Gandolfini - Esprimiamo il nostro no deciso ai matrimoni omosessuali, alle adozioni gay, all'educazione gender nelle scuole di ogni ordine e grado». E in difesa della famiglia che «è ricchezza con i figli e con i nonni» interviene pure Papa Francesco da Torino.

Nessuno promuove «teorie gender» nelle scuole assicura il vicepresidente del Senato del Pd, Valeria Fedeli. «La manifestazione è nata su una sistematica disinformazione - dice la Fedeli - Non esiste una teoria gender ma studi di genere che si prefiggono di cancellare tutte le discriminazioni». La polemica infatti riguarda pure un emendamento per promuovere la parità di genere e la lotta alle discriminazioni inserito nel ddl di riforma della scuola. Per le famiglie cattoliche un tentativo scoperto di demolire l'immagine della famiglia tradizionale mentre il governo lo difende spiegando che si tratta di una iniziativa contro le discriminazioni. Promette battaglia il senatore Carlo Giovanardi, Ncd, per «garantire il diritto dei bambini di nascere e crescere con un padre e una madre».

Un altro problema dunque anche per il cammino del ddl Buona scuola. La Boschi però si dice ancora fiduciosa sulla possibilità di «procedere alle assunzioni entro quest'anno». Se il progetto naufragasse comunque la responsabilità, ribadisce la Boschi, sarebbe tutta delle opposizioni che fanno ostruzionismo, ovvero Sel e M5S.

La manifestazione cambia le cose tutti devono prenderne atto

Quella piazza nasconde omofobia e voglia di discriminare

Il testo sulle unioni gay passerà

entro l'estate

I voti ci sono

È necessaria

una riflessione

del governo

sul ddl Cirinnà

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