Governo, Razov: "Da Mosca nessuna interferenza, a differenza di altri Paesi"
5 Settembre 2019 - 12:47L'ambasciatore russo Sergej Razov al convegno sul giornalismo internazionale: "Sul nuovo governo italiano la Russia non ha interferito, a differenza di altri Paesi e dei loro leader che hanno espresso pubblicamente le loro preferenze"
“La Russia ha seguito attentamente il processo che ha portato alla formazione del nuovo governo, ma lo ha fatto senza interferire in alcun modo, a differenza di altri Paesi e dei loro leader che invece hanno espresso pubblicamente le loro preferenze sulla composizione e la leadership del nuovo esecutivo". Lo ha detto l’ambasciatore russo, Sergej Razov, nel giorno in cui il premier Giuseppe Conte e la sua squadra sono riuniti nel Salone delle Feste del Quirinale per il giuramento.
Altro che "Russiagate" all'italiana, insomma. Le ingerenze negli affari interni degli altri Stati e la diplomazia portata avanti a colpi di tweet non rientrano nella “cultura politica” di Mosca, ha sottolineato l’ambasciatore intervenendo all’VIII Conferenza internazionale sul giornalismo contemporaneo organizzata al Centro russo di Scienza e Cultura di Roma. “A cosa servono le interferenze? – ragiona citando il presidente russo, Vladimir Putin - ho avuto buoni rapporti con il governo Renzi, con il governo Gentiloni, con il primo governo Conte eletto a marzo dello scorso anno e così sarà anche con il secondo”. “Siamo pronti a lavorare con questo governo – ha quindi aggiunto - che si è formato attraverso un processo democratico, così come abbiamo fatto con il precedente”.
“Le crisi vanno e vengono ma gli interessi nazionali e statali rimangono”, chiarisce Razov, che si aspetta un ulteriore sviluppo della collaborazione tra i due Paesi, in continuità con quanto fatto dagli esecutivi precedenti. “Sono assolutamente convinto che i nostri interessi coincidano, siano molto vicini se non addirittura paralleli”, ha detto elencando il successo dei vertici bilaterali organizzati negli ultimi mesi.
Al centro del convegno organizzato a Roma le principali sfide del giornalismo nell’era della “post-verità”. In proposito, ha osservato il diplomatico, “niente può esaltare l'immaginazione come l'assenza dei fatti controllati e verificati". "Questo è un problema che, purtroppo, noi dobbiamo affrontare molto spesso”, ha detto citando un adagio diffuso agli albori della rivoluzione russa: “Non sono i bolscevichi che devono prendere in considerazione i fatti, ma i fatti che devono prendere in considerazione i bolscevichi”. “Molti media – ha concluso – oggi si comportano esattamente come i bolscevichi”.
“Il punto di riferimento non è più la verità ma il politicamente corretto, per questo molti giornali sono in crisi e hanno perso la fiducia dei loro lettori”, ha commentato la direttrice del Centro Russo di Scienza e Cultura, Daria Pushkova, aprendo i lavori del convegno.
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