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Il Governo stralcia il Salva Roma. Salvini: "I debiti restano alla Raggi"

Si chiude un Cdm di fuoco. Tensioni tra Lega e M5S. Ira di Conte per le accelerazioni di Salvini. Ma alla fine a spuntarla è il Carroccio

Il Governo stralcia il Salva Roma. Salvini: "I debiti restano alla Raggi"

Alla fine a spuntarla sembra essere Salvini. "Lega soddisfatta - dice il vicepremier in uscita da un Cdm infuocato - I debiti della Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani ma restano in carico al sindaco. Stralciati i commi 2,3,4,5,6 della norma". A restare sono solo i punti 1 e 7. Sugli altri deciderà il Parlamento. Diversa, ovviamente, la lettura del M5S. Fonti grilline guardano il bicchiere mezzo pieno e parlano di un salva Roma "approvato a metà".

"È un punto di partenza - assicurano i grillini - siamo sicuri che il Parlamento saprà migliorare ancora di più un provvedimento che, a costo zero, fa risparmiare soldi non solo ai romani ma a tutti gli italiani". Domani non è previsto, secondo quanto si apprende, nessun vertice di governo. Sintomo che l'accordo è un compromesso frutto di importanti frizioni interne all'esecutivo.

Le dichiarazioni finali non raccontano infatti i forti momenti di tensione vissuti a partire dal tardo pomeriggio. Il fulmine a ciel sereno lo scaglia Matteo Salvini, che poco primo dell'avio del Cdm si presenta di fronte ai cronisti per annunciare il patto raggiunto con Conte per lo "stralcio" del Salva Roma. Le parole del leghista fanno sobbalzare il premier, che in Consiglio dei Ministri si scaglia contro il suo vice. "Non siamo tuoi passacarte", avrebbe detto Conte a Salvini durante l'infuocata riunione di governo. "Il Cdm è un organo collegiale. Devi portare rispetto a me e a ciascuno dei ministri che siedono intorno a questo tavolo". Il Salva Roma infatti sarebbe stato discusso solo qualche ora più tardi e nessuno stralcio era stato concordato: si trattava solo della proposta della Lega, ancora non discussa dal Consiglio dei ministri.

La mossa del leader del Carroccio "rovina" anche i piani di Di Maio. All'inizio del Cdm, per il M5S è prevista la presenza solo di Barbara Lezzi e Andrea Bonisoli. Il vicepremier grillino è negli studi di La7 per registrare l'intervista a DiMartedì. Non appena escono le prime agenzie con le parole del collega leghista, Di Maio decide di precipitarsi a Palazzo Chigi. In Cdm Luigino arriverà con un'ora di ritardo, in tempo però per prolungare la riunione fino a notte fonda. "Se c'è qualcuno che sta godendo perché non è passata questa norma complimenti - dice piccato ai in tv - È semplicemente una ripicca verso i cittadini romani".

Il Cdm si protrae per oltre 4 ore. Alla fine viene trovato una sorta di compromesso: il cosiddetto Salva Roma resta dentro il decreto Crescita ma 'alleggeritò da alcuni commi. Il più felice sembra essere Salvini, che rivendica il risultato.

Più cauti i grillini, che sembrano aver incassato il colpo.

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