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"Il governo umilia i nostri marò", e la Meloni ora inchioda Conte

Dopo lo sfogo di Latorre, che spiega come le autorità indiane stiano continuando ad esercitare la propria autorità malgrado la sentenza della Corte permanente di arbitrato, Giorgia Meloni attacca il governo: "Marò ancora costretti a subire umiliazioni"

"Il governo umilia i nostri marò", e la Meloni ora inchioda Conte

Deciso intervento di Giorgia Meloni, che bacchetta duramente il governo prendendo le parti del marò Massimiliano Latorre, finito insieme al commilitone Salvatore Girone al centro del tanto discusso caso dell'Enrica Lexie. Accusati di aver ucciso al largo della costa del Kerala due uomini a bordo di un peschereccio indiano (era il 15 febbraio 2012), i due militari stanno da tempo combattendo una vera e propria battaglia legale che non accenna a concludersi.

Lo scorso 2 luglio i giudici della Corte permanente di arbitrato hanno concesso ai militari l'immunità funzionale, in quanto i due soldati, al momento della tragedia, si trovavano impegnati in una missione per conto dello Stato italiano. A quanto pare, tuttavia, i giudici indiani starebbero ancora sottoponendo i marò alle proprie prescrizioni, pur non avendone più l'autorità. A raccontare i fatti, in uno sfogo su Facebook, è proprio Massimiliano Latorre.

"Il 2 luglio 2020, la Corte Arbitrale dell'Aja, si è espressa attribuendo l'Immunità funzionale ai 2 #Fucilieri di Marina sul caso #Enrica Lexie, di fatto l'India non ha più alcuna autorità sugli stessi", spiega il marò. "Bene, in realtà domani 5 agosto 2020, dovrò nuovamente recarmi presso i carabinieri per apporre la firma sul registro e lo stesso sarà inviato alle autorità indiane, attestando di fatto di essere ancora sotto la loro giurisdizione e nonostante da oltre un mese la corte ha sancito l'illegittimità delle pretese dell'India e delle misure da essa adottate ordinandone decadenza immediata restano, di fatto, in vigore questa e tutte le altre restrizioni".

L'amarezza di Latorre è tanta, ed in preda allo sconforto l'uomo si rivolge direttamente allo Stato italiano. "Mi sento ancora una volta umiliato come militare e come uomo, nonostante mi sia rivolto alla parte politica per chiedere indicazioni sulla linea da tenere, e stanco del silenzio e delle assenze da parte di chi ha divulgato questa sentenza come una vittoria assoluta", continua, "Quindi, domani , essendo un Militare ed avendo dato la mia parola, nuovamente eseguirò gli ordini, ma mi chiedo, per quanto altro tempo bisognerà sopportare queste gratuite ingiustizie?".

Dopo la sentenza della Corte Arbitrale dell'Aja l'India non ha più autorità sui due soldati, come spiega anche il professore emerito di diritto internazionale all'università Luiss Natalino Ronzitti. "Sarebbe verosimilmente necessario un atto del Governo italiano che ponga fine alle restrizioni", dichiara il dottor Ronzitti, come riportato da "AdnKronos". "La sentenza dell'Aja è immediatamente esecutiva, fa dunque fede e ha valore nell'ordinamento italiano. Credo che sia dunque un problema italiano. Se Latorre continua a firmare cosa stiamo facendo? Non diamo attuazione a questa sentenza? Basterebbe un atto amministrativo per togliere questa incombenza".

A schierarsi dalla parte dei due marò la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: "Dopo anni di ingiustizie, i nostri Marò ancora costretti a subire umiliazioni da parte dell'India.

Condividendo le parole di Massimiliano Latorre, chiedo ufficialmente spiegazioni al governo italiano su quella che sarebbe una vergognosa e inaccettabile sottomissione alle autorità indiane", ha scritto infatti la Meloni sulle pagine del proprio profilo Facebook.

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