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"Sull'ospedale credo a Putin". I deliri del grillino filorusso

Nonostante il "nuovo corso" di Giuseppe Conte, continuano a spuntare grillini scettici sulla verità della guerra scatenata da Vladimir Putin

"Sull'ospedale credo a Putin". I deliri del grillino filorusso

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Un altro grillino associabile alle posizioni filorusse o quasi. Che i penstastellati avessero un rapporto complesso con la realtà non è un mistero ma che anche la guerra scatenata da Vladimir Putin potesse contribuire, in via indiretta, a far emergere il caos che alberga nel MoVimento 5 Stelle stupisce un po'.

Del resto il "nuovo corso" di Giuseppe Conte aveva promesso l'abbandono di certe istanze ed una normallizzazione che tuttavia stenta ad arrivare. Dopo il caso del presidente della Affari esteri del Senato Vito Petrocelli (che non ha votato la risoluzione contro la Russia e che non si è dimesso dal suo incarico di vertice), è spuntato un altro parlamentare fuori linea rispetto alla visione italiana ed europea del da farsi con l'Ucraina (e anche su quel che succede a Kiev).

L'onorevole Gabriele Lorenzoni, deputato reatino che è stato eletto nel 2018, si è distinto in prima battuta per non essere concorde sul fatto che il presidente Roberto Fico e la Camera dei deputati avessero una interlocuzione con il presidente Volodymyr Zelensky. Se fossimo all'interno di un ragionamento geopolitico, diremmo che quello di Lorenzoni assomiglia a ciò che in gergo viene chiamato "rossobrunismo" ma forse non siamo su quei livelli ragionativi. Il fatto è che Lorenzoni, stando a quanto si apprende da Il Corriere della Sera, non sembra certo che i russi abbiano attaccato l'ospedale di Mariupol, città assediata che è balzata agli onori delle cronache per via della crudezza dell'assalto russo. E quindi la questione esula dal posizionamento del Belpaese in politica estera.

La narrativa russa sulle bombe sull'ospedale prevede che sia tutta una "messinscena" ucraina. Sono tecniche di propaganda consuete. Lorenzoni, però, non è così distante dal racconto putiniano: "Mentre voi vi indignavate, raccontando che fosse pieno di donne incinte e neonati, io mi sono andato a vedere i comunicati dei russi. E sa cosa dicevano? Che l'ospedale era stato evacuato e che, quando è stato bombardato, al suo interno c'erano solo militari". Mentre Lorenzoni disserta di verità bellica, documenti e prove che riguardano quell'attacco continuano ad emergere. Ma se è vero che la verità in guerra diventa la prima vittima, è vero pure che alcuni grillini stanno avendo il solito atteggiamento scettico su quello che la realtà, in maniera tragica, sta mostrando.

Lo stesso giornalista de Il Corriere della Sera fa notare a Lorenzoni l'esistenza d'immagini esplicite riguardante l'offensiva sul nosocomio ma al parlamentare pentastellato non basta: "Ah, le foto: non è curioso che sul posto siano subito giunti dei fotografi? Infatti poi la foto di quella blogger e modella incinta ha fatto il giro del mondo...". Strano, in effetti, che in tempi di guerra alle porte d'Europa i reporter si precipitino al fronte per raccontare al resto del mondo, Lorenzoni compreso, quel che accade.

Strano pure che l'Occidente e l'Unione europea si schierino dalla parte di un popolo che cerca di autodeterminarsi attraverso la via democratica ma che è stato invaso: "No, dico: vorrei proprio sapere quanti civili hanno fatto fuori finora gli ucraini in Donbass. Invece, siete ossessionati da Putin... E guardi che in tanti la pensano come me. A cominciare dalle colleghe Segneri e Corneli", ha detto il parlamentare. Si tratta di una versione simile a quella del patriarca Kirill che cita le efferratezze del Donbass per giustificare un'invasione che rischia d' innescare un effetto domino globale.

Ma magari Lorenzoni non crede neppure al pericolo di un guerra mondiale.

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