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Grillo incontra la Raggi e blinda lo stadio: "Sentiremo la gente". Ma niente referendum

Il leader in Campidoglio con Casaleggio: "Non lo faranno i palazzinari"

Grillo incontra la Raggi e blinda lo stadio: "Sentiremo la gente". Ma niente referendum

Roma - Grillo, malignano gli osservatori più scaltri, ha preso il Campidoglio per una sede di partito. Anche ieri, per dire, è lì che è andato. È lì che si è fatto trovare per discutere di programmi. Per modulare insomma l'azione di governo capitolino secondo i crismi pentastellati. L'appuntamento era con la padrona di casa, ovviamente. Il sindaco di Roma è alle prese con l'ennesima gatta da pelare e in suo soccorso piomba giù da Genova il leader in persona. Deve, la sindaca grillina, risolvere il problema dello stadio e di come riempire la casella vuota dell'assessorato all'Urbanistica. Dopo il felice assist della Sovrintendenza (che ha per ora messo sotto tutela ciò che resta dell'ippodromo di Tor di Valle), ecco la proposta di Grillo. Una proposta che sa di atteggiamento pilatesco: affidiamo le sorti future dello stadio della Roma direttamente alla volontà dei cittadini. Insomma l'ennesimo referendum per stabilire cosa fare o non fare.

A pensarci bene, sussurrano sempre più maliziosamente gli osservatori navigati di cose capitoline, è un modo piuttosto scaltro per fare dietro-front su una vicenda che ha già consumato pagine piuttosto grottesche. E questo semplicemente perché i sondaggi dicono che oltre il 60% dei romani è favorevole alla costruzione dell'impianto sportivo. L'ipotesi del referendum è stata però smentita in serata. La versione ufficiale è che sia Davide Casaleggio che lo stesso Grillo si sono raccomandati con la sindaca e il suo vice (Luca Bergamo, anch'egli presente all'incontro) di non farsi influenzare e di prendere in piena autonomia e serenità la giusta decisione.

«Se lo stadio si dovesse fare - commenta lo stesso Grillo, uscendo dal Campidoglio - sarà uno stadio fatto con criteri che da queste parti non hanno mai visto e se ne dovrà occupare un costruttore non un palazzinaro». «Qualsiasi costruzione - ha aggiunto - sarà fatta con criteri innovativi e con le tecnologie che ci sono oggi. Ne verrà fuori sicuramente una cosa straordinaria».

Una riunione, quella di ieri, quanto meno anomala. All'incontro, infatti, ha partecipato il milanese Davide Casaleggio insieme con il genovese Grillo. E la sindaca ovviamente. Sono rimasti esclusi, però, il presidente del gruppo consiliare dei Cinque Stelle Paolo Ferrara, come anche il presidente della stessa assemblea capitolina Marcello De Vito, considerati tra i più ostili nemici del progetto di Tor di Valle. Alla riunione era presente poi anche l'avvocato genovese Luca Lanzalone, esperto di diritto societario, cui guardano con speranza gli stessi costruttori titolari del progetto dello stadio. Nel corso della riunione Grillo ha mostrato particolare interesse per le questioni che riguardano l'impatto ambientale del progetto, vero e proprio discrimine per la scelta finale.

Dopo Palazzo Senatorio, Casaleggio jr. è tornato al Senato per gli incontri già in calendario con i parlamentari grillini. Con conseguente psicodramma di quei deputati e senatori cui non è arrivata la convocazione. Cosa, infatti, letta da molti come esclusione implicita della ricandidatura per le politiche che sembrano sempre più imminenti. Tra gli assenti anche Roberta Lombardi, «avversaria» della Raggi nell'agone capitolino.

Ed è proprio contro la sua presa di posizione che era intervenuto nei giorni scorsi lo stesso Grillo per ribadire che su Roma è la Raggi che deve decidere e non i deputati.

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