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I conti spaventano Mattarella Strigliata ai leader sui nemici

Il capo dello Stato preoccupato per l'economia. E avvisa: «Democrazia incompatibile con chi cerca solo avversari»

I conti spaventano Mattarella Strigliata ai leader sui nemici

Il lavoro? Ci avete pensato? E i nostri ragazzi? Dovranno partire per trovare un impiego? Giardini scintillanti al Quirinale, pieni di fiori e di gente, impreziositi dalla nuova collezione di sculture contemporanee. È la festa della Repubblica ma stavolta c'è poco da celebrare. Infatti Sergio Mattarella è molto preoccupato per la situazione economica, il pasticcio combinato sulla lettera di risposta alla Ue, l'idea di Salvini di andare allo scontro con l'Europa, il vuoto di governo. «L'interesse generale - sostiene il capo dello Stato - deve venire prima delle convenienze particolari», cioè dei calcoli dei politici. Soprattutto adesso, «un momento in cui, specie in alcune aree del Paese, le incertezze del ciclo economico sembrano non offrire solide prospettive a molti lavoratori, soprattutto giovani, ed alle loro famiglie». Poi un avvertimento che sembra ispirato dalla continua propaganda bellica dei partiti di governo: «Libertà e democrazia - scandisce - non sono compatibili con chi alimenta i conflitti, con chi punta a creare opposizioni disseminate fra le identità, con chi fomenta scontri, con la continua ricerca di un nemico da individuare, con chi limita il pluralismo».

Tira una brutta aria. In un messaggio ai prefetti, il presidente mette nero su bianco tutto il suo sconcerto per come i gialloverdi stanno amministrando l'Italia. Serve, scrive, «coesione sociale e istituzionale, collaborazione e spirito di servizio verso le istanze dei territori», invece a Palazzo Chigi va in scena una rissa continua. Bisogna, spiega, «coltivare il sentimento di appartenenza ad una comunità unita e solidale attraverso l'equilibrato contemperamento degli interessi», e al contrario abbiamo chi divide e gioca sui timori della gente. Occorre «rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche e affrontarne le paure, prevenendo possibili spinte irrazionali alla violenza e al rifiuto delle regole». Ma qui si pensa solo soffiare sul fuoco.

Insomma, come dice anche a Giuseppe Conte alla Coffe House durante il ricevimento, mai come quest'anno l'Italia ha bisogno di una sincera «riflessione sul significato profondo del pubblico servire», riportando in cima all'agenda e all'ordine dei valori la regola che il bene comune, «l'interesse generale», che deve sempre prevalere sulle convenienze dei partiti. Mattarella è «turbato» per il senso di scollamento politico, per un clima generale nel Paese di sfiducia, per un governo dilaniato dalle tensioni che appare incapace di dare risposte convincenti sulla tenuta dei conti pubblici. Il quadro è critico: il debito alle stelle, lo spread a un passo da quota 300, la coalizione in lite perenne. E dopo il caos innescato dalle false rivelazioni sulla risposta del ministro dell'Economia Giovanni Tria a Bruxelles, il presidente aspetta ancora un chiarimento e senso di «responsabilità» da parte di entrambi i vicepremier affinché la fase post-elettorale possa terminare nel più breve tempo possibile. Altro che vedere «chi ha la testa più dura», come sostiene Salvini: con la Ue serve un accordo o i mercati puniranno.

Il 2 giugno 2019 si celebra dunque un Paese a crescita zero. «Le incertezze economiche - si legge nel messaggio presidenziale- non offrono solide prospettive ai giovani e alle famiglie».

Mattarella stimola i prefetti, ossatura dell'amministrazione dello Stato, a impegnarsi sempre più «a tutela della sicurezza e serenità della convivenza» seguendo «lo spirito della Costituzione repubblicana». E la Carta, oltre «all'unità della Nazione», assicura «l'efficacia dell'azione pubblica».

Ecco il punto: l'efficacia del governo non c'è.

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