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I grillini atterrano il premier sugli F35

Nuovo fronte di scontro dopo l'ok di Conte agli Usa. E Palazzo Chigi ci ripensa

I grillini atterrano il premier sugli F35

Si apre un'altra faglia di crisi nel governo. Stavolta tutta interna al M5s, con la maggioranza dei parlamentari pronta ad alzare le barricate nel caso il premier Giuseppe Conte decidesse di andare avanti con l'intenzione, manifestata al segretario di Stato Usa Mike Pompeo la settimana scorsa, di confermare l'acquisto di 27 nuovi caccia F-35 e il pagamento degli altri aerei militari già comprati. Ma dopo il malessere dei grillini lo stesso premier ha riaperto, facendo sapere di essere disposto alla rinegoziazione.

La domenica di tensione comincia quando deputati e senatori grillini aprono la rassegna stampa e leggono un retroscena del Corriere della Sera in cui si riporta la volontà del premier Conte di «rispettare i patti» con gli americani. Rassicurazioni che sarebbero arrivate a Pompeo per bocca del premier durante la visita del segretario di Stato a Roma pochi giorni fa. Indiscrezioni confermate nella successiva cena con gli imprenditori convocata dall'ambasciatore americano in Italia Lewis Eisenberg. Proprio in quest'ultima circostanza gli americani avrebbero espresso «soddisfazione» per lo sblocco del programma sugli F-35, storicamente avversato dai pentastellati. In primis da Beppe Grillo, ma anche dallo stesso Luigi Di Maio e da Alessandro Di Battista, uno dei più duri sulla questione, autore di interventi infuocati sul Blog del fondatore e in Aula quando era deputato. Dibba, per il momento, tace. Alcuni parlamentari più pragmatici parlano di «decisione inevitabile» e assicurano il loro sostegno al premier Conte. Mentre per il senatore Gianluca Ferrara, capogruppo grillino in Commissione Esteri, la maggioranza degli eletti stellati sarebbe contraria alla svolta.

L'ennesimo dietrofront rispetto ai capisaldi del grillismo, dopo le giravolte su Tap, Tav e Ilva effettuate con disinvoltura dal nuovo M5s di governo. Ferrara alle agenzie ha dettato una nota abbastanza dura: «Leggiamo con stupore le ricostruzioni giornalistiche riguardanti la presunta conferma del programma F-35 che il presidente Conte avrebbe dato al segretario di Stato Usa Pompeo», dice il senatore. La dichiarazione prosegue con l'invito al premier di ripensarci: «Il M5s ha sempre criticato questo programma militare che, così com'è, ci indebiterebbe per almeno 50 miliardi di euro nei prossimi quarant'anni». E ancora parla di «progetto insostenibile che molti paesi, Usa compresi, hanno già tagliato». Poi aggiunge: «una rinegoziazione è doverosa anche da parte dell'Italia. Confidiamo che il nostro premier farà la scelta giusta».

Sotto la pressione dei parlamentari contrari, i vertici stellati in serata cercano di ricompattare le fila con una nota: «Pur confermando la massima stima e fiducia nel presidente Conte - affermano fonti M5s - il Movimento a partire dal capo politico Luigi Di Maio si aspetta che il programma F-35, pur nel rispetto degli impegni presi con l'alleato Usa, venga rivisto secondo le reali esigenze della nostra difesa». Invito che Conte si è detto pienamente disposto ad accogliere. Il senatore Ferrara, in prima linea per il no, viene intercettato dal Giornale mentre si trova in Marocco con l'Osce e aggiunge: «Dopo lo schiaffo sulla Tav dissi a Conte che ora sugli F-35 bisogna restare coerenti e rivedere il programma, mi sembrò disponibile, vedremo.

Siamo compatti, è una nostra battaglia storica e faceva parte del nostro programma».

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