Cronache

I primi quattro anni di baby George Il «marmocchio» che salva la Regina

Figlio di William e Kate, è adorato dai sudditi per le marachelle

I primi quattro anni di baby George Il «marmocchio» che salva la Regina

Londra Se esistesse un borsino della popolarità dei membri della casa reale britannica, probabilmente al momento al primo posto ci sarebbe in principe George Alexander Louis di Cambridge, detto anche «baby George». Il figlio dei duchi di Cambridge William e Kate, pronipote di Elisabetta II, ha compiuto ieri quattro anni e la Gran Gretagna è impazzita per lui. Se la popolarità della monarchia, un po' impolverata in questa stagione controversa della storia britannica, ha ancora il segno più davanti il merito è anche di questo frugoletto biondo.

Il fatto è che George sarà anche il terzo della linea di successione della monarchia più importante del mondo, ma non rinuncia alla sua bambinitudine, finendo spesso sui giornali per le marachelle a cui i sudditi della corona non sanno proprio resistere. Come non sanno resistere alle sue guance paffute e al suo sorriso maramaldo che appare al suo massimo nella nuova foto ufficiale resa nota proprio in occasione del «royal birthday». Nella foto, scattata dal fotografo reale Chris Jackson, George indossa una camicia senza colletto a righe bianche e azzurre e sembra divertirsi molto, beato lui.

Altre foto, stavolta rubacchiate, lo riprendevano un paio di mesi fa piangente durante il matrimonio della zia Pippa Middleton con il miliardario James Matthews a Englefield. Il piccolo era appena stato pesantemente redarguito come un moccioso qualsiasi dalla mamma perché, imitando la sorella più piccola Charlotte, aveva pestato il vestito della sposa (costato 40mila sterline, en passant). Perché George è così, infrange spesso il cerimoniale e del resto come potrebbe essere altrimenti? Eccolo quindi impietrito dalla noia sul balcone di Buckingham Palace per la parata «Trooping The Colour», che celebra il compleanno della bisnonna Elisabetta. Eccolo pochi giorni fa mentre scende le scale dell'aereo a Varsavia, infreddolito in calzoncini corti mentre piove. Eccolo in vestaglia bianca dare la mano a un Obama accucciato.

Ieri la festa. In famiglia. Con una fetta di torta molto grande. «Sarebbe capace di mangiarsela da solo», ridacchia il padre. Sarebbe un mal di pancia molto reale.

E sarebbe un'altra incantevole «georgiata».

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