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I sindacati evocano lo "squadrismo" ma devono cedere per evitare sanzioni. Salvini: "Buonsenso"

"Un attacco mai visto, di gravità assoluta", denuncia Maurizio Landini, senza risparmiare superlativi

I sindacati evocano lo "squadrismo" ma devono cedere per evitare sanzioni. Salvini: "Buonsenso"

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I sindacati evocano lo "squadrismo" ma devono cedere per evitare sanzioni. Salvini: "Buonsenso"

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«Un attacco mai visto, di gravità assoluta», denuncia Maurizio Landini, senza risparmiare superlativi.

Il collega Uil Pierpaolo Bombardieri preferisce i cupi paralleli storici: «È un atto di squadrismo istituzionale», sentenzia. Lo segue a ruota (nomen omen) il dem Sandro Ruotolo: «C'è una gara tra il leader leghista e la premier Meloni su chi sta più a destra. Sono minacciosi e usano metodi squadristi».

I due si presentano insieme in conferenza stampa nel pomeriggio, annunciano che per «tutelare i lavoratori esposti a sanzioni» lo sciopero dei trasporti verrà ridotto a quattro ore, ma che si sta valutando di «impugnare la precettazione».

Matteo Salvini ostenta soddisfazione: «Hanno vinto il buonsenso, i lavoratori e i cittadini. Non è messo in discussione il diritto allo sciopero».

La linea dura da lui imposta alimenta una polemica di inaudita asprezza tra governo e sindacati. E da Palazzo Chigi trapela una certa freddezza per il protagonismo incendiario dell'alleato. La premier Giorgia Meloni smentisce seccamente che l'esecutivo abbia «intenzione di modificare la normativa sullo sciopero», a differenza di quanto ventilato da Salvini. E assicura che la precettazione è stata «una decisione condivisa» dettata dai rilievi dell'autorità di garanzia, e «non una scelta politica».

Intanto, dietro i toni allarmistici dei capi di Cgil e Uil, traspare una poco celata soddisfazione: la drammatizzazione dello scontro ha regalato centralità politica a Landini e alla sua «spalla» Bombardieri e ha rilanciato una mobilitazione che non partiva sotto i migliori auspici. «A questo punto le manifestazioni e lo sciopero saranno ancora più partecipati», si fregano le mani gli stessi dirigenti sindacali che pochi giorni fa, prima del provvidenziale intervento di Salvini, avvertivano un'atmosfera molto «tiepida», per non dire distratta, attorno all'evento voluto dal capo Cgil e alla sua vaga piattaforma. Per non parlare dell'irritazione degli utenti per l'ennesimo venerdì di blocco dei trasporti. Tant'è che Landini aveva scelto la ben più piccola Piazza del Popolo per il comizio romano, al posto della storica San Giovanni. Ora però «il clima è cambiato», assicurano. Non a caso dal partito della premier filtrano commenti agrodolci sul ruolo da «capo dell'opposizione regalato a Landini».

Un regalo che preoccupa anche a sinistra, dove Pd e M5s sono ridotti a fare il coro greco attorno a Landini: «È in atto un attacco frontale ai diritti dei lavoratori: un atteggiamento da bulli istituzionali», dice Elly Schlein. «Salvini fa il guappo coi tranvieri», accusa Andrea Orlando. Francesco Boccia sente addirittura «puzza di olio di ricino». «Stiamo col sindacato», giura Giuseppe Conte.

I partiti del centrosinistra insomma sono costretti ad un ruolo puramente ancillare: negli incontri con Pd e M5s della scorsa settimana, Landini ha dettato la linea e spiegato quali emendamenti alla manovra vuole che siano presentati, e loro hanno promesso che eseguiranno. Schlein e Conte competono per aggiudicarsi un po' di voti sindacalizzati.

Tanto che entrambi già ragionano su figure identificabili con il sindacato (ad esempio Sergio Cofferati e il segretario Spi Ivan Pedretti per il Pd) da candidare alle Europee.

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