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Immigrati e sicurezza: il decreto Salvini agita Quirinale e falchi M5s

Il leader leghista non ha voluto apportare modifiche sostanziali sul tema migranti

Immigrati e sicurezza: il decreto Salvini agita Quirinale e falchi M5s

Roma - L'appuntamento è per le dieci del mattino, al consiglio dei ministri. Matteo Salvini sfila dal mazzo delle sue promesse elettorali due carte importanti: il decreto legge sulla sicurezza e quello, più tedioso per gli equilibri della maggioranza, sull'immigrazione. Il ministro dell'Interno ci ha lavorato a lungo, con la consapevolezza che qui, su questi due temi, si segna un passaggio politico fondamentale, con la Lega che ci mette il marchio e la faccia.

Il testo sulla sicurezza è stato limato in più punti, tenendo conto dei rilievi dei tecnici del Quirinale. Non è un segreto che il presidente Mattarella abbia seguito, con qualche preoccupazione, la nascita e lo sviluppo del provvedimento. Il Colle ha sottolineato i punti che rischiano di non essere costituzionali e ha espresso anche dubbi sul merito di alcune questioni.

Alcuni articoli sono stati interamente cancellati, destinati magari a rientrare in sede di conversione in legge, in Parlamento. I colpi di bianchetto al testo, viene spiegato, sarebbero arrivati perché ad alcune norme previste mancava il carattere d'urgenza necessario per far ricorso alla decretazione. Diverse modifiche, ad esempio, sono state apportate sulla parte relativa all'Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, anche se sarebbe stato fatto salvo l'aumento del personale in capo all'agenzia.

Più delicata, invece, la parte sull'immigrazione. Viene spiegato da fonti qualificate che Salvini - mentre i tecnici lavorano sul testo - non ha voluto si apportassero modifiche sostanziali.

Ponendo diversi paletti, prima di tutto riguardo l'espulsione per i richiedenti asilo che si macchiano di gravi reati, ma anche puntellando la misura che prevede la revoca della cittadinanza in caso di gravi reati di terrorismo. Eppure proprio la parte del decreto che tocca il tema dell'immigrazione rischia di creare più di una grana nell'alleato di governo, il M5s.

Alcuni passaggi delle misure in arrivo - come l'abrogazione del permesso per motivi umanitari, le restrizioni all'acquisizione della cittadinanza, l'introduzione di permesso per casi speciali che può avere durata di un anno anziché due e la sostituzione del permesso per cure mediche - hanno acceso gli animi nei falchi e potrebbero creare non pochi problemi quando il dl approderà in Parlamento.

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