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Immigrazione, parla il cardinale di Agrigento: "Lo straniero non esiste"

Don Franco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e cardinale ritenuto tra i più vicini al Papa, rilancia nel corso di una celebrazione la linea della Chiesa sull'immigrazione: "Lo straniero non esiste"

Immigrazione, parla il cardinale di Agrigento: "Lo straniero non esiste"

“È Chiesa quando le porte sono aperte, quando l'altro non è uno straniero. Così come abbiamo ospitato lui, dovrebbe valere per tutti, non può essere il colore della pelle a farci diversi. Il colore del cuore è uguale per tutti”. A pronunciare queste parole è l’arcivescovo di Agrigento, don Francesco Montenegro.

Si tratta di frasi che ben esprimono il pensiero che rispecchia molto l’attuale linea della Chiesa sulle migrazioni, anche perché a pronunciarle non è un arcivescovo qualsiasi: si tratta, in primo luogo, del numero uno di una diocesi, quale quella agrigentina, che comprende al suo interno anche Lampedusa. Inoltre don Franco Montenegro dal 2015 è cardinale e viene riconosciuto quale uno tra i porporati più vicini a Papa Bergoglio.

Frasi quindi che fanno rumore e che indicano, ancora una volta, la posizione della Chiesa sulle migrazioni: non esistono stranieri e dunque non possono esistere respingimenti e controlli lungo coste e frontiere.

Il discorso all’interno del quale sono contenute le frasi sopra riportate, il cardinal Montenegro lo pronuncia in occasione della festa della dedicazione della Cattedrale di Agrigento a San Gerlando, patrono della città dei templi. Un momento solenne che ritorna, dopo tanti anni, all’interno del Duomo chiuso per diverso tempo a causa di atavici problemi strutturali in parte risolti nel febbraio di quest’anno.

L’arcivescovo di Agrigento non è nuovo a sortite che delineano in maniera chiara il corso della Chiesa di Bergoglio: a capo della diocesi della città siciliana dal 2008, nel 2010 fa scalpore la sua iniziativa di non piazzare i Re Magi nel presepe natalizio in polemica con le politiche sull’immigrazione dell’allora governo Berlusconi.

I fedeli che alla vigilia dell’Epifania del 2010 vanno a visitare il presepe, trovano un cartello con scritto “Si avvisa che quest'anno Gesù Bambino resterà senza regali: i Magi non arriveranno perché sono stati respinti alla frontiera insieme agli altri immigrati”. Posizioni nette, che don Montenegro assume anche prima della sua esperienza pastorale ad Agrigento, quando è direttore della Caritas.

Ma è certamente con l’avvento di Papa Francesco che la linea adottata dall’arcivescovo a livello locale trova maggiori sponde. E, da questo punto di vista, don Franco Montenegro trova consacrazione quando Bergoglio sceglie Lampedusa, e dunque la sua diocesi, per la sua prima visita pastorale da pontefice. È l’8 luglio 2013, è quindi don Montenegro ad accompagnare Papa Francesco nella sua prima uscita dal Vaticano culminata con la visita al molo Favarolo del porto lampedusano, lo stesso in cui pochi mesi dopo più di trecento bare vengono adagiate per ospitare le vittime della strage del barcone affondato il 3 ottobre di quell’anno.

La nomina a cardinale arriva appena due anni dopo, con don Franco Montenegro che riceve la porpora cardinalizia nel febbraio 2015, anno in cui diventa presidente della Caritas italiana. Le sue posizioni sono quindi ben in linea con quelle del Papa, il quale si ritrova uno degli arcivescovi a lui più vicini nella terra degli sbarchi e delle inchieste sulle Ong.

Ed a proposito delle attività delle organizzazioni non governative, il cardinale Montenegro la settimana scorsa lancia un appello per lo sbarco della nave Mare Jonio, per diversi giorni a largo delle acque di Lampedusa prima dell’approdo dei migranti sull’isola delle Pelagie per ragioni umanitarie.

Le frasi pronunciate durante la celebrazione della dedicazione della Cattedrale, rivolte anche ad uno dei vescovi della Tanzania invitato ad Agrigento per l’occasione, suonano quindi molto forti specialmente nell’attuale contesto politico.

E segnano, ancora una volta, la linea della Chiesa su uno dei temi maggiormente dibattuti degli ultimi anni.

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