Infrazione, l'Ue fa sul serio: rischio deposito dello 0,2 % del Pil
La Commissione dopo la bocciatura della manovra potrebbe costringere Roma a versare lo 0,2% del Pil in un deposito infruttifero
La Commissione dopo la bocciatura della manovra potrebbe costringere Roma a versare lo 0,2% del Pil in un deposito infruttifero

Dopo la bocciatura ufficiale da parte di Bruxelles della manovra italiana di fatto si apre un inter lungo che potrebbe costare caro al nostro Paese. Lo spauracchio che agita l'Ue è quello di sanzioni pesanti che potrebbero seguire la prpocedura di infrazione che Bruxelles ha ormai avviato. Ma tra le sanzioni vere e proprie e la trattativa per convincere il governo a mettere mano alla legge di Bilancio modificandola nei punti chiesti dall'Ue, potrebbe esserci una sanzione intermedia che potrebbe scattare subito: si tratta di un deposito pari allo 0,2 per cento del Pil. Questo tipo di "blocco" che ammonterebbe a 3,6 miliardi di euro, potrebbe scattare subito dopo l'avvio di una procedura per deficit eccessivo. La Commissione ha fatto sapere che la violazione delle regole sul debito è "particolarmente grave" e bolla come "giustificata" la procedura avviata contro il nostro Paese. Nelle prossime settimane la Commissione chiederà ai ministri delle Finanze degli Stati membri Ue di dare l'autorizzazione alla procedura per deficit eccessivo. Da qui partirebbe un piano di "rientro" per Roma.
Subito dopo l'avvio formale della prcedura, la stessa Commissione potrebbe chiedre al Consiglio di "raccomandare" all'Italia di versare lo 0,2 per cento del Pil dell'anno precedente in una sorta di fondo di garanzia, un deposito infruttifero. In casi specifici (come ad esempio eventi eccezionali che riguardano l'uso di risorse pubbliche) lo Stato membro può inviare un parere ragionato per chiedere che la sanzione dello 0,2% di deposito non venga applicata.Nel momento in cui la procedura per deficit eccessivo viene attivata, l’Italia dovrà rispettare gli obiettivi di bilancio fissati da Commissione. Infine, nel caso in cui la Commissione reputi timidi oppure infruttuosi i tentativi di "correzione" della manovra da parte del governo, può scattare un'altra sanzione con una multa che va dallo 0,2 per cento allo 0,5 per cento del Pil con la sospensione dei fondi europei.
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