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"È irragionevole processare Delmastro". Il governo assediato dalla magistratura accelera sulla riforma

E vabbè, non bastavano Delmastro e Santanchè, ora anche La Russa junior è sulla griglia

"È irragionevole processare Delmastro". Il governo assediato dalla magistratura accelera sulla riforma

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"È irragionevole processare Delmastro". Il governo assediato dalla magistratura accelera sulla riforma

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E vabbè, non bastavano Delmastro e Santanchè, ora anche La Russa junior è sulla griglia. Per non parlare di Matteo Salvini, che in mattinata compare a Palermo nel processo Open Arms. Insomma, sbottano a Palazzo Chigi, «siamo sotto attacco». Come dice Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, «questo tentativo di sabotare l'azione del governo non fa altro che confermare quanto sia urgente mettere mano al meccanismo». Giorgia Meloni, piuttosto innervosita, ha già dato la linea: esecutivo compatto, difesa a oltranza dei suoi, almeno per il momento, e un bel colpo di gas alla riforma perché «i magistrati che fanno opposizione non mi intimidiscono». La prima cosa da cambiare, spiegano da via Arenula, è l'imputazione coatta. «Il caso Delmastro dimostra quanto sia irragionevole».

Carlo Nordio, impegnato a Tokyo per il G7, ha scoperto a notte fonda e con una certa sorpresa che il gip aveva detto no all'archiviazione nei confronti del suo sottosegretario. Lo aveva sostenuto in Parlamento, ora si affida a un comunicato. «L'imputazione coatta per l'onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove - riportano fonti del ministero - come per qualsiasi altro, dimostra l'irrazionalità del nostro sistema. Nel processo che segue infatti l'accusa, come già fatto, insisterà nel proscioglimento. Laddove chiederà una condanna non farà che contraddire se stesso. Il pm è il monopolista dell'azione penale e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l'accusatore stesso non crede».

Al di là dei tecnicismi a filo di codice, per il ministro il dato politico è «l'urgenza di cambiare radicalmente il sistema accusatorio», rivedendo avvisi di reato e informazioni di garanzia, in quanto la gran parte delle imputazioni coatte «si conclude con assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con enorme spreco di risorse». E Nordio ha qualcosa da sottolineare pure per la vicenda dell'avviso a Daniela Santanchè, cioè «lo sconcerto e il disagio per l'ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato». Anche qui, serve più che un ritocco «per eliminare l'anomalia e tutelare l'onore di ogni cittadino, presunto innocente sino a condanna definitiva». Tutto ciò si incanala nella scelta di Palazzo Chigi di accelerare la riforma complessiva della giustizia, partendo magari con la separazione delle carriere. Il disegno di legge Nordio, approvato dal Consiglio dei ministri, verrà presto consegnato alle Camere. Per l'iter si prevedono però tempi parecchio lunghi, visto che si tratterebbe di intervenire sulla Costituzione.

In ogni caso per la Meloni «la misura è colma». La premier, preoccupata anche per le accuse al figlio di La Russa, mette insieme i casi Delmastro e Santanchè con tutte le loro coincidenze temporali e decide di inviare un messaggio chiaro al mondo delle toghe: non pensate di impersonare l'opposizione perché il governo, sulla forza dei suoi numeri, andrà avanti senza farsi impressionare per tutta la legislatura. Una reazione «forte», non ufficiale perché affidata alle «fonti», ma comunque «condivisa» dagli alleati.

A Palazzo Chigi si parla dunque di giustizia «ad orologeria». É stato l'episodio Delmastro a segnare il punto di svolta: davvero «non è consueto», notano, che «la parte pubblica voglia archiviare e il giudice delle indagini preliminari chieda il rinvio a giudizio». Il pm aveva stabilito che il sottosegretario, parlando con Donzelli dei colloqui in carcere con Cospito, non conosceva la natura degli atti. Il gip e di diverso avviso. Cose «viste nel passato» ai tempi di Silvio Berlusconi premier, che si credevano superate ma che adesso si ripresentano. C'è il sospetto che una fascia delle toghe «abbia deciso di svolgere il ruolo dell'opposizione, inaugurando anzi tempo la campagna elettorale per le europee» del 2024. «Ci risiamo, ormai è ufficiale - sostiene Matilde Siracusano, Forza Italia, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento - Il governo Meloni e nel mirino di un pezzo della magistratura che evidentemente vuole aiutare il centrosinistra».

Per Sisto il tempo delle guerre con i giudici è finito, «ma vietare la pubblicazione degli atti fino alla conclusione delle indagini è fondamentale».

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