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In Italia l'islam festeggia: «La Turchia grande Stato»

Due esponenti delle comunità musulmane inneggiano a Erdogan. Imbarazzo nel Pd

In Italia l'islam festeggia: «La Turchia grande Stato»

Milano Un pezzo di islam italiano fa apertamente il tifo per il presidente-dittatore Erdogan. Altri cercano di rimediare fra reticenze e ambiguità. Così la drammatica crisi turca procura un'altra pioggia di critiche ai dirigenti musulmani; e un grave imbarazzo a sinistra, in particolare in quel Pd che da una sua (ormai ex) esponente, l'antropologa italo-somala Maryan Ismail, è stato accusato di aver scelto «la parte più oscurantista dell'islam».

A Milano al centro delle polemiche è finito Davide Piccardo, portavoce del Caim (il coordinamento che riunisce una ventina di centri islamici). Il coordinatore delle «moschee» milanesi, già candidato alle elezioni comunali 2011 con Sel, la sera stessa del golpe ha affidato a una serie di commenti ironici e compiaciuti la sua valutazione sul fallimento del controverso colpo di stato di Istanbul. Entusiasmo puro, invece, sgorgava due giorni dopo dalle parole del padre di Davide, Hamza Roberto Piccardo, fondatore dell'Ucoii, l'unione delle comunità islamiche italiane: «Dopo tante primavere bidone - ha scritto - ora una vera rivoluzione. Non m'interessa neppure chi l'abbia innescata, quel che conta è che a quasi 100 anni da Ataturk la Turchia torna ad essere una grande nazione musulmana di fatto e di diritto. Allah protegga nostro fratello Recep Tayyip Erdogan, e tutto il popolo turco».

Gli entusiasmi, così come le battute sulle previste epurazioni o la malcelata soddisfazione per la piega che stava prendendo la vicenda turca, non sono piaciuti affatto a un pezzo grosso del Pd milanese come Lele Fiano, ex dirigente della comunità ebraica milanese, oggi deputato e responsabile sicurezza del partito. Fiano, ricordando che «la Turchia ha appena sospeso la convenzione europea dei diritti dell'uomo», ha condannato queste posizioni dei Piccardo, come anche quelle dei Giovani musulmani, che sabato inneggiavano a «un popolo vincitore». «Per me questo spregio della libertà di pensiero e di vita per migliaia di turchi è inaccettabile e lo condanno senza sconti - ha scritto Fiano - non approvo un golpe, ma chi approva quello che succede in Turchia sta dalla parte della violenza e della dittatura».

I Giovani musulmani hanno reagito ufficialmente a distanza di poche ore, riservandosi di «tutelare la propria immagine nelle sedi opportune». L'Ucoii resta in silenzio ma i giovani hanno definito «assolutamente inaccettabili e oltraggiose le esternazioni del deputato del Pd» e «gravissime le accuse di ostacolare "la libertà di pensiero e di vita per migliaia di turchi", appoggiando la violenza e la dittatura».

In gravissimo imbarazzo, come detto, tutto il Pd e l'amministrazione comunale milanese, che in questi anni hanno avuto il Caim come interlocutore privilegiato in vista della costruzione di una moschea in città. Alla fine Sumaya Abdel Qader, la consigliera comunale che tuttora figura come responsabile cultura del Caim, con un'intervista all'Huffington Post ha preso le distanze da Davide Piccardo.

Intanto la vicesindaco (renziana) Anna Scavuzzo, nell'ambito di una serie di incontri con le comunità religiose, proprio ieri ha incontrato il coordinatore del Caim, che era in corsa per realizzare due moschee a Milano prima della clamorosa retromarcia con cui il sindaco, Beppe Sala, ha ritirato il bando, archiviando 5 anni di lavoro sul «dossier moschee» di Giuliano Pisapia e dell'assessore pd Pierfrancesco Majorino.

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