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Gli italiani scappano dal canone

L'ultima truffa: centotrentamila famiglie costrette a versare il balzello non dovuto per un semplice ritardo

Gli italiani scappano dal canone

Roma - L'Agenzia delle Entrate assicura di aver fatto l'impossibile per evitare che il canone in bolletta da luglio sia applicato anche a chi ha diritto all'esenzione. Ma le associazioni dei consumatori non abbandonano il sentiero di guerra denunciando che circa 130mila famiglie pagheranno almeno il 50% dell'odiatissima tassa avendo presentato le dichiarazioni in ritardo. È la tragica beffa di questa innovazione che, in teoria, servirebbe a scongiurare l'evasione, ma che rischia di tradursi in un balzello inappropriato per molti contribuenti. Ecco perché le stesse associazioni invocano nuovamente il rinvio a ottobre dei pagamenti perché non è stato rispettato lo Statuto dei contribuenti che consente ai cittadini di presentare reclamo entro 60 giorni.

Ma andiamo con ordine. Ieri mattina, nel corso di un'audizione alla Camera, il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi ha difeso il lavoro svolto dal suo istituto evidenziando che, alla scadenza prevista, «sono state presentate 817mila dichiarazioni sostitutive di cui 220mila per via telematica». «Abbiamo fatto i salti mortali - ha detto - per inviare alle aziende elettriche i dati relativi alle dichiarazioni» presentate da coloro che hanno diritto all'esenzione. Il termine, infatti, scadeva il 16 maggio, mentre dal primo luglio nelle bollette elettriche sarà già presente la prima rata del canone Rai. Il tempo, dunque, è stato molto limitato considerata la numerosità dei contribuenti. Sono state accettate sia le dichiarazioni presentate con moduli non appropriate sia quelle inviate immediatamente dopo la scadenza allo scopo di estendere la platea.

Orlandi ha poi ricordato che «per le dichiarazioni presentate fino al 16 maggio c'è l'esenzione per i primi sei mesi, per quelle che arrivassero dopo parte dal mese successivo». Inoltre ha sottolineato come si sia tenuto conto dei soggetti intestatari di utenze ma per i quali il canone è pagato da un altro componente della famiglia e degli anziani che se lo vedono addebitare direttamente sul cedolino della pensione. Insomma, l'Agenzia delle Entrate non può essere ritenuta responsabile di eventuali disguidi. Il non detto è che se ci sarà un disastro, la responsabilità è ascrivibile al governo che ha deciso di cambiare ex abrupto la modalità di pagamento. Il riflesso pavloviano si manifesta solo alla fine. «È scorretto il cittadino che abbia più utenze elettriche intestate con la tariffa agevolata per prima casa: o cambia tariffa oppure paga il canone Rai», ha concluso. Fare i furbi non è nobile, ma il canone in bolletta è solo uno dei tanti occhi del Grande Fratello fiscale. Intento punitivo confermato pure dal sottosegretario allo Sviluppo, Antonello Giacomelli, che ha chiosato con un bel «siamo tornati alla normalità».

Le associazioni dei consumatori non ci stanno. «Il governo deve intervenire, rinviando il pagamento del canone ad ottobre, perché non ha concesso agli italiani nemmeno i termini minimi previsti dallo Statuto del contribuente per far valere i propri diritti, ossia 60 giorni», ha commentato il segretario dell'Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, invocando la riapertura dei termini per presentare le dichiarazioni all'Agenzia delle Entrate. Sono gli stessi numeri a rivelare la beffa che molti potrebbero subire. A fronte delle 817mila dichiarazioni sostitutive presentate, aggiunge Dona, vi sono 944 mila famiglie senza tv (dati Istat). Quindi «come minimo 127mila famiglie pagheranno almeno il 50% del canone, non avendo dichiarato in tempo, entro il 16 maggio, di non avere la tv».

Ma probabilmente saranno di più perché le certificazioni inviate alle Entrate comprendevano anche le richieste finalizzate a evitare il doppio addebito.

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