Politica estera

Da Ivanka fino a Murdoch: la corsa a sfilarsi da Trump

Il tycoon si candida, ma è solo. La figlia: "Basta con la politica". I media lo oscurano. E Blackstone lo boccia

Da Ivanka fino a Murdoch: la corsa a sfilarsi da Trump

«Siete pronti? Sono pronto anche io. Per rendere l'America di nuovo grande e gloriosa, stasera annuncio la mia candidatura a presidente degli Stati Uniti». Donald Trump lancia ufficialmente la sua corsa per la Casa Bianca con un discorso di oltre un'ora nella sala delle feste di Mar-a-Lago, in Florida, tra un tripudio di bandiere a stelle strisce e centinaia di fan che lo acclamano al grido di «Usa, Usa».

«Questa non è la mia campagna, sarà la campagna di noi tutti», continua il tycoon, promettendo che «il ritorno dell'America inizia ora». L'ex Comandante in Capo ripercorre i successi del suo mandato, accusa Joe Biden per un Paese «in declino, umiliato e deriso sulla scena internazionale», dal caotico ritiro dall'Afghanistan al conflitto in Ucraina, con cui ha portato gli Stati Uniti «sull'orlo di una guerra nucleare».

E poi menziona l'inflazione, l'aumento del gas, e accusa l'attuale amministrazione di aver distrutto l'economia americana in meno di due anni. «Biden non avrà altri quattro anni», promette, assicurando che «da ora all'election day combatterò come nessun altro prima e sconfiggeremo la sinistra radicale che sta tentando di distruggere il nostro Paese dall'interno». Spiega che riformerà il sistema elettorale sul voto anticipato e per una volta non attacca i rivali di partito (su suggerimento dei suoi consiglieri) tentando di guardare oltre dopo la divisiva campagna del Midterm. Ma in realtà pure la sua stessa famiglia è divisa sulla candidatura: se Melania è al suo fianco, insieme al figlio più piccolo Barron e all'altro figlio Eric, Ivanka non c'è, e comunica il suo passo indietro mettendo in chiaro che questa volta non parteciperà alla campagna elettorale. «Voglio molto bene a mio padre ma non sarò coinvolta in politica. Scelgo di dare la priorità ai miei figli e alla mia vita privata», scrive su Instagram, pur dicendosi «onorata di aver servito il mio Paese». E anche il partito repubblicano è spaccato, con il governatore della Florida Ron DeSantis, suo principale potenziale rivale, che lo ha attaccato poco prima dell'evento accusandolo, senza nominarlo, del flop Gop a Midterm. Secondo Mick Mulvaney, ex capo di gabinetto ad interim della Casa Bianca tra gennaio 2019 e marzo 2020, Trump è «l'unico repubblicano che potrebbe perdere» nel 2024. «La corsa non riguarderà Biden o qualunque altro democratico, l'inflazione, gli eventi mondiali, l'aborto. Riguarderà Trump, la stessa cosa che abbiamo visto nel 2020 - sottolinea con la Cnn -. Nessuno ha votato per Biden. Tutti hanno votato a favore o contro Trump. Era un referendum su di lui. Questo è ciò verso cui stiamo precipitando nel 2024. E non vedo come il risultato possa essere diverso tra due anni rispetto a due anni fa».

Nel partito repubblicano, e non solo, sono in diversi ad aver criticato la decisione del tycoon di scendere nuovamente in campo. Il suo ex vice presidente Mike Pence è convinto che «avremo scelte migliori», mentre il governatore dell'Arkansas, Asa Hutchinson, pensa che Trump abbia ragione sui fallimenti di Biden, «ma il suo messaggio che promuove la rabbia non è cambiato. Non ha funzionato nel 2022 e non funzionerà nel 2024. Ci sono scelte migliori». Anche Rupert Murdoch, secondo il Guardian, lo ha avvisato che il suo impero mediatico non lo sosterrà nel tentativo di tornare alla Casa Bianca, preferendogli DeSantis. E i tre maggiori network Usa via cavo - Cnn, Fox News e Msnbc - hanno limitato, anche se in misura diversa, la trasmissione del suo annuncio.

Mentre Stephen Schwarzman, Ceo e co-fondatore del fondo di private-equity Blackstone, dice ad Axios che abbandona il tycoon: «L'America fa meglio quando i suoi leader sono radicati nell'oggi e nel domani, non nell'oggi e nel passato».

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