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Se lo Stato è nemico / Acqua contro il fango pagata dagli alluvionati

Dopo il danno, la beffa: megabollette ai commercianti per i consumi extra registrati per rimediare al disastro

"Angeli del fango" in azione per le strade di Genova
"Angeli del fango" in azione per le strade di Genova

Si dice che i genovesi abbiano il braccino corto. Cioè che siano tirchi. Ma questa volta potrebbero davvero esagerare visto che l'Agenzia che si occupa dell'acqua potabile potrebbe far pagar pagare a carissimo prezzo l'eccesso di acqua usata dai commercianti per ripulire dal fango negozi, magazzini, cantine.

Ancora non è certo che ciò avvenga ma alla sede della Confesercenti il centralino è sommerso di telefonate di negozianti preoccupati. Dopo i giorni del grande fango sanno di aver usato e non abusato dell'acqua. La sola in grado di scrostare la palta da muri e oggetti resi irriconoscibili dal fango che ha coperto persone e cose. Ma nessuno si è posto il problema di chi dovrà pagare il prezioso liquido in eccesso. In teoria se proprio la «Mediterranea delle acque» non sarà in grado di sopportare i costi aggiuntivi e straordinari dell'uso dell'acqua, dovrebbe intervenire lo Stato oppure il comune visto che l'agenzia è una società partecipata. Ma il problema resta aperto. E Andrea Dameri, direttore provinciale di Confesercenti, non nasconde la sua preoccupazione. «Purtroppo ci voleva anche questa – esclama - Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di commercianti allarmati sulla mancanza di chiarezza di Mediterranea delle Acque». In pratica finora l'azienda non ha predisposto alcuno strumento per poter certificare le ragioni di questo super dispendio di acqua legato all'emergenza per evitare di conteggiarlo nella prossima bolletta. Al massimo, chi ha complicato il modulo di autocertificazione del danno subito, viene alleggerito degli interessi di mora in caso di pagamento tardivo.

E la maggiorazione per l'extraconsumo? Per ora va pagata. «Ma io mi auguro che il comune intervenga perché sarebbe uno smacco troppo grande per chi è già in ginocchio pagare l'acqua necessaria a pulire merce e negozi – aggiunge Dameri – Diventa insostenibile anche da un punto di vista etico e di buon senso. Lucrare in questa situazione non è una cosa sensata». Ma intanto tutto tace. Come sull'altra questione che ancora irrisolta: la sospensione dei contributi previdenziali. Lo Stato ha concesso quella dei tributi ma ad oggi, per chi non paga i contributi previdenziali, scattano mora e sanzioni. Altro paradosso che dovrebbe essere chiarito al più presto. A oggi le stime parlano di più di 2000 imprese danneggiate con danni in media superiori ai 40mila euro.

E ci sono solo 25 milioni stanziati dalla Regione da ripartire.

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