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L'adozione e il diritto alla verità

L'adozione e il diritto alla verità

Due padri. Due gemelli. Verrà il giorno in cui i figli cercheranno la madre. Perché una madre è sempre esistita, sempre esiste e sempre esisterà, genitrice, creatrice, sconosciuta, certa anche se scomparsa, nascosta, clandestina. Il neonato nulla sa ma saprà. Può sapere. Lo deve. Il neonato non ha deciso di vivere ma sceglierà di convivere. Con un padre genitore o una madre genitrice, una coppia etero oppure omosessuale ma senza cancellare mai la fonte, l'origine della propria nascita, l'utero dal quale proviene. Accade invece che la nuova «umanità» mescoli le carte, cambi gli attori e i ruoli, non affettivi ma naturali. In principio non ci sarà più il Verbo ma il complemento oggetto, l'aggettivo, la congiunzione (grammaticale). Il nuovo nato è, infine, non il risultato di un amore privato, unico, esclusivo ma il prodotto altrui, e pagato, dunque mercantile, di un desiderio proprio, un egoismo a volte esibito, un giocattolo con il quale si può parlare senza che lo stesso abbia la facoltà di chiedere perché, per come. Non c'entra l'affetto del padre-padre o madre-madre, questo può essere anche più forte in alcune coppie omosessuali rispetto a quelle tradizionali, eterosessuali. Non è questo il problema ma è diventato l'alibi astuto di propaganda. C'entra il diritto della creatura alla conoscenza, al sapere da dove lui stesso venga, provenga. E c'entra il dovere di informarlo, se mai verrà quel giorno in cui la verità, anche amara, anche defunta, sarà chiara, evidente. Forse drammatica, comunque traumatica. Pricò è il nome del protagonista de I bambini ci guardano, un meraviglioso film di Vittorio De Sica. I terremoti della sua esistenza passano dallo sfascio della famiglia al suicidio del padre, dalla fuga continua della madre alla perfidia e al cinismo dei vicini. La miseria di una vita non ha nulla a che fare con l'origine della stessa di cui nessuno può conoscere le conseguenze. Ma, sicuramente, un figlio ha il diritto di non essere ingannato da conti privati che non gli appartengono e di cui, un giorno, potrebbe pagare anche gli interessi. La vita è un puzzle nel quale le varie figure, prima confuse, mischiate, una volta incastrate, alla fine risalgono a formare la figura principale. C'è chi ha deciso di sottrarre uno dei pezzi.

I bambini continuano a guardarci.

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