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"Non hai idee? Salario cinese"

Il debutto in video dalla Gruber del leader ombra M5S: "Il capo è Grillo, io aiuto. Ma non prendo il posto di papà"

"Non hai idee? Salario cinese"

Davide Casaleggio, erede di Gianroberto alla guida dell'azienda omonima e soprattutto del M5s, esce dal silenzio ed appare in tv per la prima volta, a Ottoemezzo (La7). Una novità, e un cambio di strategia politica con la guida di Casaleggio jr. Che però, alla vigilia della kermesse dell'associazione intitolata al padre, nega investiture da numero uno del M5s: «Il capo politico è Grillo. Io ho supportato l'attività del Movimento, dai meetup fino a Rousseau. E continuo a farlo, gratuitamente, perché mi sembra un buon progetto. Non voglio sostituire mio padre, aiuto Beppe Grillo. Mi definisco un disciplinato amante del rischio, la politica la sto lasciando ad altri».

Dice che il M5s sta lavorando a «nuovi modelli di selezione della classe dirigente», una necessità per il M5s visto che «è la prima forza politica in Italia» come aveva previsto quel «sognatore» del padre. Oltre al reddito di cittadinanza («Va finanziato con le pensioni d'oro»), alla Casaleggio Associati («Non si occupa del M5s, lo fa l'Associazione Rousseau») e alla reticenza sulle preferenze politiche pre-M5s («Ho votato per diverse formazioni politiche, ma non dico quali»), Davide Casaleggio preferisce guardare al futuro. E, come il padre, lo fa con accenti visionari, se non apocalittici: «Chi non ha idee è destinato ad avere un salario cinese - spiega -, dobbiamo cominciare a investire in innovazione». Renzi? «Non è credibile». I diktat di Grillo? «È un bene che ci sia la figura del garante».

Il cambio di strategia si conferma anche nella scelta di affidare l'organizzazione della prima «Leopolda grillina» ad un'agenzia esterna, la Visverbi di Milano, ben introdotta nel sistema dei media, un tempo evitati come la peste dai grillini. Non più dunque la comunicazione fatta in casa, con i consigli dell'ex gieffino Rocco Casalino (che comunque ha fatto da preparatore atletico per la prima uscita tv di Casaleggio jr), ma un'agenzia di comunicazione vera e propria, che come mission aziendale ha «la gestione delle professionalità del giornalismo». La Visverbi appunto, guidata da Valentina Fontana (moglie di Gianluigi Nuzzi) e Barbara Castorina, che ha nel suo portafoglio diversi giornalisti-opinionisti influenti, tra cui Nuzzi, uno degli ospiti della kermesse della «Associazione Gianroberto Casaleggio» e co-intervistatore di Davide Casaleggio a La7 insieme al sociologo Domenico De Masi, anche lui sul palco ad Ivrea (e anche lui secondo L'Unità cliente della Visverbi). Tanto che il Pd, col deptato della Vigilanza Sergio Boccadutri, annuncia un esposto all'Agcom sul «conflitto di interessi» per l'intervista a La7 fatta «da un giornalista «che fa parte dell'agenzia Visverbi, la stessa che organizza l'evento M5s a Ivrea».

Proprio con La7 il M5s sembra aver creato un rapporto privilegiato. Non è un caso che il direttore del TgLa7, Enrico Mentana, sia uno dei moderatori del convegno di Casaleggio, e che La7 sia spesso scelta dai pesi massimi del M5s per le uscite strategiche. Il patron di La7, Urbano Cairo (in prima fila a Milano per l'ultimo spettacolo di Grillo), è un editore abituato ad intercettare la pancia del paese, la Gabbia di Gianluigi Paragone (altro giornalista ospite domani del Casaleggio day) affronta temi che piacciono alla pancia M5s. Cairo, poi, è anche l'editore del Corriere della Sera, e proprio su quelle pagine è uscita la lettera di Casaleggio jr sul futuro del M5s.

Il co-leader vuole l'elettorato moderato, e per questo obiettivo serve sia la carta stampata della buona borghesia, sia la tv. Come spiega la direttrice di «Euromedia Research» Alessandra Ghisleri: «Nonostante l'enfasi sulla Rete, i grillini sanno bene che l'80% degli italiani si informa ancora tramite i media tradizionali. Una larga fetta di elettori sopra i 55 anni, particolarmente spaventata da quello che avvertono come un Movimento eversivo, in televisione può essere intercettata, nella speranza di rassicurarla».

Basta guerre all'«informazione di regime», meglio farseli amici.

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