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La Lega chiede la testa di Greco: "È un razzista contro gli italiani". Schlein e compagni in soccorso

Il dirigente, in scadenza di contratto e sostenuto dalla sinistra, fu autore di una promozione esclusiva per le famiglie di lingua araba. Il vicesegretario del Carroccio: "Si dimetta o il ministro lo cacci"

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«É ideologico e razzista verso gli italiani, va sostituito». É questa la tesi con cui la Lega lancia il suo affondo contro il direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco. Il direttore è in scadenza di mandato e la sinistra vorrebbe si procedesse al rinnovo del suo incarico, ma il Carroccio chiede di individuare altre professionalità. «Il Museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. Si dimetta subito» attacca Andrea Crippa, vicesegretario della Lega intervistato da Affaritaliani.it.

Il centrosinistra, però, alza le barricate. «Greco ha grande professionalità e competenza, porta risultati concreti. Da settimane è sotto l'attacco delle destre per un'unica ragione, non essere, secondo loro, allineato alle posizioni del governo», attacca la segretaria del Pd Elly Schlein. «Tutto questo tradisce la mania di controllo che ha Giorgia Meloni». Rincara la dose Nicola Zingaretti: «L'aggressione a Greco è una vergogna che colpisce l'autonomia della cultura e la libertà di pensiero». Si schiera anche Carlo Calenda: «Rimuoverei piuttosto chi chiede di rimuovere Christian Greco». «Cacciare ed epurare è lo slogan preferito dai leghisti, affamati di potere», commenta il segretario di Si, Nicola Fratoianni.

Il casus belli risale al 2017 quando il museo lanciò l'iniziativa «Beato chi parla arabo», con tanto di locandine in lingua araba, destinato esclusivamente ai cittadini stranieri. Veniva offerta una promozione, un 2 per 1, per le famiglie arabe che desideravano visitare il museo di Torino. L'iniziativa finì nel mirino della Lega che la bollò come discriminatoria nei confronti degli italiani e dei cattolici. Per il museo si trattava di «un mezzo per condividere il prezioso patrimonio del museo con le genti del Paese d'origine di quel patrimonio». Augusta Montaruli, invece, la definì un'iniziativa «assurda, ingiustificabile, discriminatoria nei confronti di chi non è arabo». Tesi condivisa anche da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Ora alla vigilia della scadenza del mandato la questione torna di attualità. E se la Lega fa risuonare il primo squillo, Fratelli d'Italia sempre con la torinese Montaruli si unisce alla richiesta del Carroccio. La deputata fa propri i contenuti di una intervista rilasciata al Corriere della Sera dall'assessore della Regione Piemonte Maurizio Marrone: «Non confermerei Greco, Ha doti manageriali non comuni, ma esistono figure potenzialmente più qualificate che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel cda».

Naturalmente ora i riflettori si spostano su Evelina Christillin, presidente del Museo («vogliamo lavorare in silenzio») e sul ministro della Cultura. Gennaro Sangiuliano evita di toccare l'argomento, mentre l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino annuncia un'interrogazione parlamentare per chiedere al ministro di prendere posizione.

Vittorio Sgarbi, invece, sottolinea la questione del governance del Museo. «Greco? La sua nomina non dipende dal ministero, ma dalla presidente della Fondazione del Museo, Christillin, nominata da Franceschini. È inutile chiedere la sua cacciata. Greco va benissimo. Così come la dichiarazione dell'assessore è legittima: chiunque può dire c'è uno più bravo dell'altro. Questa sua uscita ha determinato un potenziamento di Greco, perché da opinione sembra censura politica.

La materia in sé non esiste».

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