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Lega-Russia, Meranda non risponde ai pm

L'avvocato Gianluca Meranda, indagato nell'inchiesta per corruzione internazionale sui presunti fondi russi alla Lega, ha lasciato la caserma della Guardia di finanza di via Fabio Filzi, a Milano. Si è avvalso della facoltà di non rispondere.

(Facebook di Gianluca Meranda)
(Facebook di Gianluca Meranda)

Si è svolto questo pomeriggio presso la caserma della Guardia di finanza di via Fabio Filzi, a Milano, l'interrogatorio dell'avvocato Gianluca Meranda nell'ambito dell'inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega dove lo stesso Meranda e Gianluca Savoini, Presidente dell'Associazione Lombardia-Russia, risultano indagati per corruzione internazionale. Meranda, accompagnato dal suo legale, l'avvocato Ersi Bozheku, è arrivato a piedi nella sede della Guardia di Finanza di via Fabio Filzi e non si è fermato a parlare con giornalisti e telecamere che lo attendevano. "Non posso dire nulla" ha spiegato in un primo momento ai gironalisti presenti l'avvocato cosentino che sostiene di aver partecipato all'incontro al centro dell'inchiesta insieme a Gianluca Savoini e a Francesco Vannucci e ad altri tre emissari russi, svoltosi lo scorso 18 ottobre presso l'Hotel Metropol di Mosca.

Terminato l'interrogatorio, mentre lasciava la caserma l'avvocato ha confermato di essersi avvalso della falcotà di non rispondere, proprio come ha fatto lunedì Savoini. "Vedremo cosa farà la magistratura" ha aggiunto, confermando il contenuto della lettera inviata a Repubblica. Alla domanda se durante l'interrogatorio i magistrati gli avessero chiesto dell'eventuale quarto uomo presente al Metropol, l'avvocato Meranda spiega che "non c'è stato modo perché non ho collaborato in questo senso". Per il resto, dice Gianluca Meranda, "non ho nessun altro commento".

Nella giornata di ieri la Guardia di finanza ha eseguito perquisizioni a casa di Francesco Vannucci a Suvereto, in provincia di Livorno, e nell'abitazione romana dell'avvocato Meranda, oggi interrogato dai pm. Secondo le ricostruzioni della finanza, Meranda è stato sfrattato dagli uffici che usava come studio, perché da alcuni mesi non pagava l'affitto. I militari sono andati in un deposito dove il legale aveva trasferito una serie di scatoloni, in seguito allo sfratto. Le Fiamme Gialle avrebbero trovato "materiale interessante" ai fini dei loro accertamenti.

Nei giorni scorsi Gianluca Meranda aveva scritto una lettera al quotidiano La Repubblica per chiarire di cosa si sarebbe parlato nel corso dell’incontro: l'avvocato sostiene che nell'incontro si parlava di "compravendite internazionali" e di "oil products", e che "nonostante gli sforzi delle parti", la trattativa non si perfezionò. Meranda si definisce un avvocato internazionalista con un esperienza ultra-ventennale: parla italiano, inglese e francese. Tra i suoi principali clienti ci sono compagnie petrolifere e banche di affari italiane ed estere.

Tuttavia, secondo un'ipotesi emersa nelle ultime ore e e rilanciata dal quotidiano La Repubblica, potrebbero essere quattro e non tre, come finora ipotizzato sulla base dei colloqui pubblicati da Buzzfeed, gli italiani che hanno partecipato all'incontro di ottobre svoltosi nel lussuoso hotel della capitale della Federazione Russa. "E se ci fosse stato un quarto uomo italiano al tavolo dell'incontro all'hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre dell'anno scorso? Sono almeno due le fonti che sostengono che la trascrizione dell'audio del colloquio pubblicata da Buzzfeed sarebbe incompleta", riferisce il quotidiano. In base a quanto riportato dalla testata statunitense nello storico albergo moscovita sarebbero stati presenti tre italiani e tre russi.

Di quali fonti parla La Repubblica? Come ricostruito anche da Gian Micalessin su Il Giornale, per capire come la stangata non sia frutto dell'improvvisazione, ma sia stata programmata da tempo basta la presenza a Mosca del giornalista Giovanni Tizian. Figlio di una vittima della ndrangheta, Tizian è un cronista di razza che si è fatto le ossa raccontando le infiltrazioni mafiose nel Nord e vive sotto scorta. Lui stesso ammette di non essere arrivato a Mosca per caso. Assieme a Vergini indaga sui soldi della Lega da tempo, ma in quella precisa occasione ha ottenuto indicazioni da una fonte riservata. Una fonte capace di guidarlo con notevole precisione nei meandri di quella inchiesta. Non a caso il 18 ottobre 2018 Tizian si presenta nella hall del Metropol almeno un'ora prima dell'inizio dell'incontro e fotografa Savoini ancora solo ad un tavolo in attesa dei suoi interlocutori. Non a caso nell'anteprima dall'Espresso del 24 febbraio ricostruisce esattamente le mosse di un Matteo Salvini arrivato a Mosca, alla vigilia dei colloqui del Metropol, per partecipare ad un convegno organizzato da Confidustria al Lotte Hotel.

Il caso politico-guidiziario sui presunti finanziamenti russi alla Lega, esploso dopo la pubblicazione dell'inchiesta di Buzzfeed, ha sollevato dubbi e perplessità tra gli esperti. Secondo Sergio Romano, è meglio dubitare delle notizie pubblicate dal sito BuzzFeed e non "prenderle per oro colato". Ambasciatore a Londra, Parigi e Mosca, editorialista del Corriere della Sera, Romano spiega che "in uno scenario infiammabile come quello italiano, l'interesse a sbarazzarsi di un avversario politico è forte. Fino a quando non ci sono prove non credo che ci sia stato uno scambio di denaro fra la Russia e la Lega". Per lo scrittore russo Eduard Limonov "I rubli alla Lega" sono "Un fake di pessima qualità.

BuzzFeed, che ha pubblicato l'audio, è una testata screditata: ha già pubblicato articoli sul Russiagate smentiti dallo stesso Robert Mueller".

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