Politica

La Lega sfiducia il premier E lunedì il Senato già riapre

Accelerazione sui tempi della crisi, martedì convocata anche la Camera. Commissario Ue, Moavero in pole

La Lega sfiducia il premier E lunedì il Senato già riapre

Matteo Salvini gioca d'anticipo. Imponendo al capo dello Stato Sergio Mattarella e al premier Giuseppe Conte i tempi della crisi per arrivare allo scioglimento delle Camere e al voto in autunno. Ieri la Lega ha depositato in Senato una mozione di sfiducia al presidente del Consiglio Conte. «Troppi no (da ultimo il clamoroso e incredibile no alla Tav) fanno male all'Italia che invece ha bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il Paese e pensa solo alla poltrona» si legge nella nota del Carroccio a corredo della mozione.

Una mossa che punta a neutralizzare la melina istituzionale che rischia di far chiudere la finestra elettorale in autunno. La mozione non può essere messa all'esame di Palazzo Madama prima di tre giorni e non oltre i 10. Dunque, nella road map degli uomini di Salvini, si arriverà in Aula non oltre il 19 agosto per discutere e votare l'atto di sfiducia contro Conte. Nella giornata di ieri, il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberta Casellati ha convocato per le ore 16 di lunedì 12 agosto la conferenza dei capigruppo per decidere la data di discussione e votazione della sfiducia. Il giorno dopo si riunirà la Camera. I leghisti puntano a una seduta lampo, già nella giornata di martedì 13 agosto. Salvini ha richiamato per lunedì alle 18 a Roma tutto il gruppo parlamentare. Il leader del Carroccio ha fretta di chiudere la crisi, con la corsa al voto. Teme trappole e pantani istituzionali. Nella stessa giornata, alle 10:30, si riuniranno i parlamentari dei Cinque stelle. Ma senza un'intesa tra i gruppi, la seduta per l'esame e il voto sulla mozione di sfiducia sarà decisa a maggioranza: il 19 agosto è una data plausibile.

In caso di eventuale sfiducia al capo del governo, si apriranno le consultazioni del presidente della Repubblica. Il Colle sarebbe orientato a un giro veloce. Chiudere in tre giorni la crisi. Anche perché, sia Lega sia Pd chiedono il voto. Se Mattarella termina le consultazioni, con esito negativo, entro il 22 agosto, la strada verso lo scioglimento delle Camere è tracciata. La data delle elezioni va fissata, per consentire le procedure del voto per gli italiani all'estero, entro 60 giorni. Dunque il voto per il 20 ottobre resta un'ipotesi molto concreta. Anche se il ministro dell'Interno punta, per evitare ingorghi con il Def, alla data del 13 ottobre. Ma i tempi non ci sono più: Mattarella dovrebbe sciogliere le Camere a Ferragosto. La finestra del 13 ottobre sembra, dunque, già archiviata.

Tra mozione di sfiducia, crisi e scioglimento del Parlamento, il governo Conte è atteso da un passaggio importante: tra il 26 e il 27 agosto dovrà indicare il nome del commissario italiano Ue. In base agli accordi pre-crisi, la nomina spetterebbe alla Lega. Ma ora con una campagna elettorale in pieno svolgimento, tra veleni e accuse che si lanciano i due ex alleati, sarà difficile trovare la quadra. In pole nelle ultime ore appare il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, con un curriculum europeo invidiabile. Resta, infine, un altro nodo da sciogliere.

In caso di sfiducia al governo Conte, chi traghetterà l'Italia alle elezioni? Un governo delegittimato dal voto del Parlamento? Si fa largo l'ipotesi che Mattarella possa optare per un governo elettorale.

Commenti