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La Lega la spunta sul Copasir, il candidato è Volpi

L'ex sottosegretario alla Difesa designato presidente dal centrodestra. Il premier loda i servizi

La Lega la spunta sul Copasir, il candidato è Volpi

Conte fa quadrato intorno all'intelligence e ne difende ruolo e operato, mentre al Copasir la Lega punta e infine riesce a imporre alla presidenza con Raffaele Volpi, ex sottosegretario alla Difesa (e ora già al Copasir al posto di Molinari), dove ha lavorato fianco a fianco con il suo omologo 5s Angelo Tofalo, che ha conservato la carica e che, ora, anche in virtù degli ottimi rapporti con il deputato leghista, potrebbe assicurargli un appoggio dalla maggioranza per la presidenza dell'organismo che spetta all'opposizione. E proprio ieri Tofalo, complimentandosi con i neoassunti dell'intelligence, ha auspicato che «le opposizioni si mostrino mature e all'altezza del delicato compito di controllo parlamentare».

Ieri dunque le quotazioni di Volpi sono salite a scapito dell'attuale vicepresidente del comitato Adolfo Urso (Fdi) e dell'azzurro Elio Vito. E in serata è giunta la notizia dell'accordo concluso da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi sul nome di Volpi.

I primi due si sono visti nel pomeriggio e insieme hanno sentito al telefono il leader di Forza Italia.

Il tutto mentre Matteo Salvini, insiste nel chiedere conto al premier del coinvolgimento del Dis e dell'intelligence italiana nel Russiagate. Per il leader del Carroccio, Conte deve chiarire i «tanti punti oscuri» a suo carico proprio a cominciare dalle spiegazioni dovute sull'uso «inusuale, se non personale, dei servizi segreti». E intanto Matteo Renzi, che aveva chiesto a Conte di cedere ad altri la delega sui servizi, ha corretto il tiro spiegando che il suo era solo «un consiglio».

In attesa della nomina del vertice del Copasir, e della successiva, imminente audizione del premier sul Russiagate, Conte, al giuramento dei neo assunti nei servizi, ha difeso il comparto, per stemperare le indiscrezioni sulla sua presunta irritazione per la «collaborazione» con gli Usa, definendo l'intelligence un «patrimonio dell'intera Nazione» che, «garantendo la sicurezza del Paese, protegge quella sfera di interessi nazionali che unisce e non divide».

Il premier ha anche anticipato la sua posizione, ringraziando «i vertici del comparto», definendo gli 007 italiani «preziosi compagni di viaggio di cui fidarsi incondizionatamente» e ribadendo come sia inconcepibile che i servizi possano muoversi «fuori del controllo parlamentare e dei compiti che il Governo le assegna».

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