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Legittima difesa e licenza di sparare: Alfano molla il Pd e sta con la Lega

Oggi il voto, i centristi chiedono una norma più radicale

Legittima difesa e licenza di sparare: Alfano molla il Pd e sta con la Lega

Sulla legittima difesa si gioca una partita decisiva della campagna elettorale. Il traguardo dell'autoprotezione, della pistola in casa è alla base di una possibile modifica all'articolo 52 del codice penale. Vedremo se passerà. Modificato da Silvio Berlusconi nel 2006 in questi anni l'articolo è stato costantemente criticato dalla Destra e non solo. Lega, Forza Italia, ma anche Alfano, chiedono una formula più dura che escluda l'intervento del giudice su chi spara per difesa. Se ne riparlerà oggi alla Camera con probabile voto finale già in serata.

La nuova formula è stata messa a punto dal renziano David Ermini che esclude la colpa di chi spara quando «l'errore è conseguenza di un grave turbamento psichico» perché la vittima ha visto in pericolo la sua incolumità fisica oppure i suoi beni. Ma a Montecitorio sarà scontro nella maggioranza, con gli alfaniani che chiedono una norma più radicale. Una presunzione di non colpevolezza sempre garantita se, chi spara, lo fa per effetto di un'aggressione esterna che mette in pericolo se stesso, la famiglia, i figli, i beni. La Lega punta a una presunzione assoluta di non colpevolezza. Su una posizione simile sta l'Idv di Ignazio Messina che ha raccolto due milioni di firme. Proposta che Alfano e Costa hanno cavalcato facendola propria, visto che alla Camera l'Idv non ha i numeri per farlo. Nessuna indagine quindi, né la certezza di finire indagato. I numeri del Pd dovrebbero consentirgli di far passare la proposta Ermini. Ma una volta giunta in Senato arriveranno, inevitabili, una marea di modifiche.

E a quel punto potrebbero cambiare le carte in tavola.

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