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La legittima difesa si allontana per un errore: si sospetta sabotaggio del M5s

Il provvedimento sulla legittima difesa dovrà tornare al Senato per un problema tecnico. Occhi puntati su quell'errore sulle coperture

La legittima difesa si allontana per un errore: si sospetta sabotaggio del M5s

La riforma della legittima difesa deve tornare al Senato per la terza lettura. Nessun via libera definitivo, quindi, entro febbraio, come aveva più volte detto Matteo Salvini che del provvedimento ha fatto un cavallo di battaglia della Lega. Il tutto per colpa di un errore sulle coperture che, però, potrebbe nascondere del dolo. Nelle ultime ore, secondo Repubblica, si starebbero addensando i sospetti sul Movimento 5 Stelle che avrebbero teso un agguato ai leghisti per rinviare il voto di una legge che "potrebbe fruttare a Salvini altri consensi a danno dei pentastellati".

I sospetti si addensano nei Palazzi del potere. Ma il sottosegretario alla Giustizia, il leghista Jacopo Morrone, si affretta a negare tutto: "Si è trattato di un mero errore compiuto dagli uffici, di cui nessuno si è accorto al Senato. Comporterà al massimo uno slittamento di 15 giorni sul voto definitivo". L'intenzione, stando a quanto fa sapere a Repubblica, rimane di approvarla entro la fine di febbraio. La riforma, che modifica gli articoli 52 e 55 del codice penale, stabilisce che la difesa a mano armata sarà "sempre legittima" dal momento che chi è vittima di un furto o di una rapina è in uno stato di "grave turbamento". Il problema, secondo quanto riportato ieri dall'agenzia Agi, sarebbe tutto legato alle coperture economiche. Nel testo approvato dal Senato e poi, senza alcuna modifica, licenziato dalla commissione Giustizia della Camera, c'è infatti un errore relativo ai fondi destinati a finanziare le misure contenute nella riforma. Viene infatti indicata una copertura di 98.490 euro relativa all'anno 2018. Va ricordato che la proposta di legge è stata approvata in prima lettura dal Senato il 24 ottobre scorso. "Si è trattato di uno sbaglio fatto dagli uffici - spiega Morrone - neppure al Senato ci si era accorti".

Oggi pomeriggio la commissione Giustizia ha emendato l'errore. Il testo è, dunque, pronto per il voto alla Camerta, ma quel "piccolo" errore obbliga una nuovo passaggio a Palazzo Madama. "Il passaggio al Senato riguarderà solo quel singolo punto", garantisce il sottosegretario leghista. Tuttavia, a meno che la maggioranza non decida di procedere con un tour de force, che appare però difficile visti i provvedimenti già all'esame dell'Aula di Montecitorio e dell'Aula del Senato, compresi i decreti in scadenza che hanno la priorità, la riforma rischia di slittare di un paio di settimane.

Non molto ma abbastanza per fa addensare qualche dubbio sulla buona fede di qualche grillino nel dicastero guidato da Alfonso Bonafede.

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