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L'esultanza dei fanatici: "Chi tocca l'Islam muore"

Sui social network molti acclamano la strage: «Se la sono cercata, han fatto bene». E i siti jihadisti si congratulano con il «popolo francese» per l'attacco

L'esultanza dei fanatici: "Chi tocca l'Islam muore"

«Meritavano di morire 100 volte», «l'esecuzione di chi insulta il Profeta è un diritto di Allah», «rido sulle loro tombe» e lodi ai terroristi «leoni di Parigi» sono solo alcuni della pioggia di commenti in rete, che inneggia all'attacco contro Charlie Hebdo. Estremisti islamici francesi, inglesi, siti della guerra santa e pure musulmani che vivono in Italia acclamato o giustificano il massacro.

Altro che musulmani moderati: i commenti via social network di molti islamici francesi sono terribili. Un certo Mahmud si fa una risata scrivendo «oh bordello Charlie Hebdo sono troppo contento per voi figli di p… razzisti ahahahahah riderò sulle vostre tombe». Un altro tweet in francese annuncia: «A forza di giocare con il fuoco si sono bruciati». E ancora: «Charlie Hebdo è stato attaccato... Non mi fa né caldo, ne freddo. Hanno fatto bene. Raccolgono quello che hanno seminato».

Mujaheddin Times, sempre su Twitter , si rivolge a tutti i «kuffar», gli infedeli. «Avete tolto la libertà di parola ai Musulmani in Occidente con leggi e galera - scrive - Noi vi portiamo via la vostra “libertà di parola” con la morte». Un forum vicino al Califfato, secondo Site che monitora i siti jihadisti, si «congratula con la Francia ed il suo popolo» per l'attacco. E rivolgendosi ai vignettisti uccisi si chiede «se questi maligni artisti pensavano che (l'Islam, ndr ) fosse una nazione che rimane in silenzio di fronte alla derisione del Profeta».

Con il nickname Alfurat Wadijlah un estremista francese posta la foto della Torre Eiffel che brucia e la bandiera nera del Califfato sullo sfondo. Un altro si dice orgoglioso dell'Al Qaida yemenita per l'attacco. Abu Dujana, uno dei portavoce della guerra santa, prega Allah che «premi i nostri fratelli francesi», gli attentatori, «che hanno compiuto la vendetta in nome dell'Ummah» il popolo islamico. Abu Ottoman è di poche, ma chiare parole: i giornalisti di Charlie Hebdo «hanno insultato il Profeta. Odiavano Allah. Gli è stato presentato il conto». MuhajiriShaam2 è convinto che la strage «sia la giusta risposta a chi deride l'Islam».

Un altro fanatico posta una bandiera nera con i combattenti islamici che sparano ed avanzano e l'urlo di battaglia sulla grandezza di Allah: «Takbeer!!! Takbeer!!! Viva lo Stato islamico francese. Puoi insultare il profeta e pagare il prezzo dopo 20 anni». Poche ore dopo il suo account twitter viene sospeso.

Anche nel nostro paese non tutti gli islamici condannano a chiare lettere l'attacco di Parigi. La pagina facebook dei Musulmani d'Italia - organizzazione comunitaria, molto attiva nel fare le pulci alle notizie sull'Isis - spiega: «Forse l'attacco può essere anche correlato ai bombardamenti francesi contro lo Stato Islamico tra Iraq e Siria. Preghiamo Allah che i francesi smettano di ammazzare i musulmani in Medio Oriente e insultare il Profeta e che alcuni musulmani smettano di fare rappresaglie, rischiando di uccidere innocenti». Una condanna un po' ambigua, che attrae il commento di Rayen Khan, pakistano di Bolzano. «Non centra Isis o al Qaeda - scrive in italiano con qualche errore - ma dei musulmani che si son sentiti provati dalla (...) blasfemia di questi pazzi che continuano a offendere il profeta con la scusa del libertà di espressione». Qualche ora prima aveva aggiornato la copertina del suo profilo Facebook con la bandiera nera del Califfato.

L'imam di Lecce, Maaroufi Saifeddine, osa scrivere un post di condanna dell'attentato e si becca una serie di commenti inquietanti. Ali Sarah, che vive da noi, sostiene: «Questo imam che scrive queste fesserie è ignorante o scemo (…) oooooh bello il profeta è il nostro onore». Abidi Kamel, che secondo il suo profilo Facebook risiede a Pavia è ancora più netto: «La Francia ha avuto tutto il tempo per condannare le vignette e gli insulti contro il nostro profeta e quindi i musulmani hanno tutto il diritto di difendere il loro credo come e quando vogliono».

Yahya al-Muhajer Ibrahimi, un giovane con la barba e capelli da talebano residente a Milano preferisce postare su Facebook il video dell'attacco di Parigi e commentarlo con un inquietante «Allahu Alam», Dio sa ciò che è meglio fare.

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