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Leu sgomita per entrare nella squadra: Grasso insidia Bonafede alla Giustizia

Il M5s blinda il suo uomo ma anche la sinistra radicale ha sete di poltrone

Leu sgomita per entrare nella squadra: Grasso insidia Bonafede alla Giustizia

Per lasciargli la poltrona di capo politico potrebbero togliere due poltrone da vicepremier. Se non sarà Luigi Di Maio il vice di Giuseppe Conte non lo saranno neppure Dario Franceschini o Andrea Orlando. È la scappatoia suggerita ieri dal Pd per sciogliere le ultime resistenze. Se la soluzione sarà questa, a sostituire i vice, saranno chiamati due sottosegretari alla presidenza che non possono che essere Vincenzo Spadafora per il M5s e Franceschini o Orlando per il Pd. Un pareggio per i partiti, ma un'altra vittoria per Conte che si è reso protagonista di un'ulteriore novità.

Si racconta che a M5s e Pd non abbia chiesto un nome per ogni ministero, ma una rosa di nomi dalla quale liberamente attingere. E al Nazareno non l'hanno presa bene. Al momento, il ministero più insidioso rimane quello dell'Interno. Corrono per occuparlo l'ex prefetto di Milano, Luciana Lamorgese e poi Mario Morcone (ma ha rilasciato un'intervista al Fatto nei giorni scorsi ritenuta troppo di parte) così come Franco Gabrielli (che però è capo della Polizia e al Viminale dicono sarebbe una sgrammaticatura). Per questa ragione Conte spinge per Alessandro Pansa, già capo del Dis, con cui ha una complicità. In alternativa, si misurano i profili di Orlando e di Lorenzo Guerini che lascerà la presidenza del Copasir. Altro ministero al centro della trattativa è quello degli Esteri che Di Maio pretende come trattamento di fine rapporto. Alla Difesa non sarebbe infatti ben visto dai generali che preferiscono tenersi ancora Elisabetta Trenta piuttosto che avere lui. Ma per la Farnesina si fa anche il nome sorpresa di Lia Quartapelle, 37 anni, deputata Pd. Estraneo alle dispute di correnti e da attribuire solo al più o alla più temerario/a degli economisti, è il dicastero dell'Economia. Lucrezia Reichlin è in lista per storia (figlia di Alfredo Reichlin) e per competenza (pochi giorni fa ha firmato un editoriale sul Corriere della Sera letto come una conferma di disponibilità). Candidato più che credibile è l'ex ragioniere dello Stato, Daniele Franco, anche se, alla fine, potrebbe rimanere Giovanni Tria che in passato venne indicato da Sergio Mattarella. C'è chi avanza pure il nome di Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell'Agenzia delle Entrate e vicino al Pd. Chi prenderà invece il posto di Di Maio al Lavoro? I renziani sognano Teresa Bellanova o Tommaso Nannicini, il partito vede bene Graziano Delrio mentre Nicola Zingaretti vuole la sua vice segretaria Paola De Micheli. Ma De Micheli corre anche per lo Sviluppo Economico, ministero da cui passeranno le future nomine nelle partecipate di Stato. Il M5s si oppone per questa ragione e non intende rinunciare alla Giustizia. Alfonso Bonafede deve vedersela con Pietro Grasso che insieme a Leu potrebbe entrare così al governo. Per sparigliare, il M5s pensa di alzare la carta di Fabiana Dadone, la più capace in questa materia. Chi invece sembra destinato a spostarsi dal ministero per i rapporti con il Parlamento è Riccardo Fraccaro (finirebbe alla Pubblica Amministrazione) lasciando quella casella libera per Ettore Rosato del Pd o per Giuseppe Brescia sempre del M5s. Confermate dovrebbero essere Giulia Grillo alla Sanità così come Barbara Lezzi, ministro per il Sud (ma corre Giuseppe Provenzano del Pd ed economista dello Svimez). Resterebbe anche Alberto Bonisoli alla Cultura (la dem Anna Ascani tuttavia ci spera). Ai Trasporti da settimane è blindato il nome di Stefano Patuanelli che si è fatto valere conducendo la trattativa per conto del M5s. All'Istruzione dovrebbe toccare al già viceministro Lorenzo Fioramonti sempre del M5s. Ma si annuncia anche l'istituzione di ministeri nuovi come quello dell'Innovazione. Inutile dire che lo desidera il Movimento per Mattia Fantinati o per Federico D'Inca.

Naturalmente tutto possibile e dunque sempre verosimile.

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