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Dalla Libia alla jihad fino all'Italia: c'è un filo rosso che lega i terroristi

Gli attentatori che colpiscono in Europa sempre collegati a leader addestrati in Nord Africa. E passati dal nostro Paese

Dalla Libia alla jihad fino all'Italia: c'è un filo rosso che lega i terroristi

Un filo rosso che porta in Libia lega gli attacchi di Manchester, Berlino, Parigi e Bruxelles al gruppo jihadista di veterani della guerra santa, che hanno vissuto a lungo in Italia. Per l'ennesima strage di Londra è ancora troppo presto ipotizzare un collegamento, ma l'intelligence si aspettava un nuovo attacco dopo la strage al concerto di Ariana Grande.

Ieri il New York Times ha rivelato che Salman Abedi, il kamikaze di Manchester, si era visto in Libia con terroristi dello Stato islamico collegati all'attacco a Parigi del novembre 2015. Uno degli incontri sarebbe avvenuto a Sabrata, ex roccaforte delle bandiere nere, 60 chilometri ad ovest di Tripoli, dove sarebbero ancora presenti cellule del Califfato. A Sabrata bombardata nell'aprile dello scorso anno dai caccia americani avevano messo radici i tunisini Nouruddine Chouchane e Moez Fezzani. Due pezzi grossi jihadisti legati alla khatiba (brigata) Al Battar al Libi fondata da veterani libici dell'Irak e dell'Afghanistan, che in Siria ha attirato i volontari della guerra santa francesi e belgi responsabili delle stragi di Parigi e Bruxelles.

Chouchane sarebbe stato ucciso nel raid Usa, anche se le prove non sono certe e si teme che utilizzi la notizia come paravento per continuare a pianificare il terrore. Sicuramente ha vissuto per cinque anni a Novara facendo il manovale. Le ultime tracce italiane risalivano al 2012, ma nel 2015 il ministro dell'Interno ha emesso un decreto di espulsione nei confronti di Chouchane per «motivi di sicurezza nazionale». Il capo jihadista è ricercato come mandante della strage dei turisti al museo del Bardo a Tunisi, che ha causato la morte anche di 4 italiani. Fezzani, nome di battaglia Abu Nassim, ha vissuto per anni in Lombardia prima di partire per la guerra santa. Gli americani lo avevano catturato in Afghanistan rimandandocelo in Italia nel 2009. Tre anni dopo è stato incredibilmente assolto in primo grado dall'accusa di terrorismo ed espulso. In seguito lo abbiamo condannato a sei anni di carcere, ma era già libero in Tunisia da dove è partito per la Siria alla guida proprio della brigata Al Battar, che ha giurato fedeltà al Califfo. Nel novembre dello scorso anno Fezzani è stato catturato in Sudan ed estradato a Tunisi.

Secondo una fonte di intelligence europea del New York Times, la brigata Al Battar aveva attirato in Siria gli estremisti di Sharia4 Belgio ed i combattenti francesi. Fra questi c'era Abdelhamid Abaaoud, il capo della cellula che ha colpito a Parigi. Lo stesso Fezzani avrebbe ispirato il video di rivendicazione degli adepti belgi di Sharia4 da Raqqa, «capitale» siriana dello Stato islamico, per l'attacco di Bruxelles. Il leader jihadista che parla italiano dalla Siria si è trasferito in Libia a Sabrata, dove il giovane comandante Chouchane aveva impiantato un campo di addestramento per i terroristi del Bardo e della spiaggia tunisina di Sousse.

Il filo rosso da Parigi a Manchester è legato anche dal tipo di ordigni usati, che non sono stati confezionati dai kamikaze. L'artificiere è lo stesso e l'antiterrorismo inglese gli sta dando la caccia, ma l'esperto bombarolo potrebbe trovarsi in qualsiasi paese europeo. Non solo: sul cellulare del tunisino Anis Amri, che lo scorso dicembre ha seminato morte e distruzione nel mercatino natalizio di Berlino, sono stati trovati due numeri libici. Secondo i servizi tedeschi Bnd erano cellulari collegati allo Stato islamico. «Le istruzioni di Amri sono arrivate dalla Libia non dalla Siria» sostiene Peter R. Neumann, direttore del Centro internazionale sulla radicalizzazione del King's college di Londra.

E, guarda caso, Amri era in fuga in Italia quando è stato ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia a Sesto San Giovanni.

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