Politica

L'idea del partito islamico imbarazza il Pd e gli ebrei

Troppe ombre sui possibili finanziamenti da Paesi come il Qatar e sui rapporti coi Fratelli Musulmani

L'idea del partito islamico imbarazza il Pd e gli ebrei

Democrazia islamica. L'Italia potrebbe avere presto fra i protagonisti della sua vita politica il partito dei musulmani. L'imam Hamza Piccardo è sotto i riflettori per la proposta di introdurre anche in Italia quello che considera il «diritto civile» alla poligamia. E chissà se sarà nel programma della sua «creatura». Il fondatore dell'Ucoii, infatti, si sta cimentando soprattutto con la fondazione della assemblea costituente islamica. E ha le idee molto chiare su tempi e modello: poche settimane per il documento programmatico, poi il voto in primavera. Il modello è il Movimento 5 Stelle. Tutto on line. Piccardo garantisce un «percorso democratico» eppure non sembra avere in mente una nuova Ucoii, unione dei centri islamici da cui è uscito per dissidi coi nuovi vertici.

Democrazia islamica dunque. Un paradosso? Su un progetto del genere aleggia l'ombra dei Fratelli musulmani, che rifiutano la secolarizzazione della nazione islamica e ormai hanno «sezioni» in diversi Paesi. Qualcuno parlando del partito del presidente turco Erdogan citava fino a poco tempo fa la Democrazia cristiana. Ma la repressione di Istanbul ha preso un'altra piega, che non dispiace affatto a Piccardo senior, tanto da fargli salutare con entusiasmo il ritorno della «grande nazione musulmana». Piccardo ha smentito la sua adesione ai Fratelli musulmani. Ha escluso «un giuramento» o «altra formale o sostanziale affiliazione», ammettendo invece di condividere solo «i fondamentali del loro pensiero». Con Repubblica ha parlato di una «vicinanza amichevole», escludendo di essere «un membro organico della congregazione». Lo stesso ha fatto il figlio Davide, leader delle moschee milanesi (Caim) che ha partecipato a diverse manifestazioni per il deposto presidente egiziano Morsi. Davide ha inoltre difeso Tareq Suwaidan, imam radicale che le comunità ebraiche hanno definito «un predicatore d'odio della peggior specie» (il Viminale gli aveva negato l'ingresso in Italia). Entrambi i Piccardo fanno parte dell'European muslim network, l'organizzazione che a Milano ha invitato Tariq Ramadan, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani El Banna, quello che la consigliera comunale del Pd Sumaya Abdel Qader ha inserito, con tanti altri, nel suo pantheon. Inutile dire che tutta la vicenda - come il caso poligamia - crea enorme imbarazzo al Pd, che al Caim è ritenuto vicino. E c'è inquietudine nel mondo ebraico. «Pensiamo - riflette Davide Romano, segretario degli Amici di Israele - a quanto potrebbe fare un gruppo di musulmani liberali e senza soldi, contro delle organizzazioni cresciute all'ombra dell'Arabia Saudita o del Qatar o della Turchia. L'Ucoii per bocca del suo presidente ha dichiarato di avere ricevuto 25 milioni da un fondo del Qatar.

Parliamo di cifre irraggiungibili e che inquinerebbero l'equità di eventuali elezioni».

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