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Linea liberale di Tajani. Fi ritorna con un evento e si rinnova alla Camera

Il ministro: "Il 5 e 6 maggio a Milano per rilanciare il partito". Le nomine dei deputati

Linea liberale di Tajani. Fi ritorna con un evento e si rinnova alla Camera

Su Mussolini, che «ha fatto più danni che cose utili all'Italia» e su Putin che «ha deluso con il suo comportamento Berlusconi, uomo di pace», Antonio Tajani mostra il volto del ministro degli Esteri sempre moderato e dialogante, ma anche del coordinatore nazionale di Forza Italia che, dopo la riorganizzazione, non vuole più inciampi con il governo e con l'opinione pubblica sui temi caldi. È rispondendo ai giornalisti nella Sala della Stampa estera che il vicepremier mette i puntini sulle «i» e lancia messaggi univoci non solo a Palazzo Chigi ma anche al partito, appena uscito dallo scossone di un restyling che ha cambiato al vertice qualche equilibrio interno.

Il popolo azzurro viene chiamato a raccolta per una grande manifestazione nazionale a Milano il 5 e 6 maggio ed è il braccio destro del Cavaliere a scrivere a tutti i parlamentari e dirigenti per spiegare che l'obiettivo è «rafforzare l'azione politica di Fi in vista di prossimi appuntamenti elettorali». Il primo è quello delle elezioni europee dell'anno prossimo. «L'evento voluto da Berlusconi- spiega Tajani al Giornale - sarà un momento per riaffermare la nostra identità, liberale, cristiana, garantista, europeista e atlantista, per rilanciare il partito come centro della coalizione di governo e renderlo più efficiente ed organizzato».

Ieri è stata completata l'operazione che giorni fa ha sostituito come capogruppo alla Camera Paolo Barelli, vicino a Tajani, ad Alessandro Cattaneo, diventato vicecoordinatore nazionale, mentre alla guida dei senatori è rimasta Licia Ronzulli non più, però, coordinatrice della Lombardia, dove è stato nominato Alessandro Sorte. All'assemblea dei deputati azzurro saltano alcune teste legate al vecchio ordine e nel nuovo organigramma vengono eletti, su proposta di Barelli, Raffaele Nevi presidente vicario, Rita Dalla Chiesa, Deborah Bergamini e Francesco Cannizzaro vicepresidenti, Stefano Benigni tesoriere, Alessandro Battilocchio e Mauro D'Attis delegati d'aula. Dettagli all'esterno, che all'interno dicono molto sul nuovo corso «governista» di Fi.

Tajani nella conferenza stampa definisce personale e non del governo la proposta di legge di Fabio Rampelli (FdI) contro i termini stranieri, definita dal giornalista «di sapore mussoliniano». Per il titolare della Farnesina «la difesa della lingua italiana non c'entra niente con Mussolini, il fascismo è finito nel '45, è roba passata che non ci interessa e non ci riguarda». E con l'occasione dice che il Duce «ha fatto più danni che cose utili all'Italia».

Altro tema delicato il rapporto Berlusconi-Putin e Tajani precisa che il leader di Fi «è sempre preoccupato di arrivare a una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina, ma non ha mai detto che non ci sia stata un'aggressione». Poi usa parole dure sull'ambasciatore russo in Italia Razov, appena sostituito da Mosca: «Noi non siamo contro la Russia, siamo contro l'aggressione che ha violato il diritto internazionale. A volte Razov è andato al di là dei suoi compiti, ha dato giudizi politici che non toccano normalmente ai rappresentanti diplomatici, giudizi non opportuni».

Il vicepremier dà «il benvenuto alla Finlandia come nuovo membro della Nato» e, su una delle riforme bandiera della coalizione, assicura che «tutto il centrodestra è favorevole al presidenzialismo, il ministro Casellati sta ascoltando tutte le parti e poi si cercherà una formula condivisa il più possibile».

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