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L'ipotesi dimissioni di Savona: "Va cambiato anche il governo"

Il ministro: "Non va cambiata solo la manovra". E adesso evoca un rimpasto. Salvini: "Lui via? È asse portante"

L'ipotesi dimissioni di Savona: "Va cambiato anche il governo"

Il governo ormai è sul campo di battaglia. Il braccio di ferro con Bruxelles potrebbe avere esiti davvero imprevedibili. La cena di Conte con Juncker di sabato sarà decisiva e il premier cerceherà di portare a casa una linea soft della Commissione propronendo interventi sulle riforme e preservando però il reddito di cittadinanza e Quota 100. Ma in questa partita c'è un giocatore, a bordo campo, che può cambiare radicalmente tutto. Il minsitro agli Affari Europei, Paolo Savona, è l'ago della bilancia. Le sue parole di fatto sono state, in questi mesi, pesate e spesso usate come arma contro l'Europa. Adesso, secondo quanto riporta il Corriere, Savona potrebbe essere in cima alla lista dei "responsabili", ovvero in quella lista di nomi di ministri pronti a fare un passo indietro per salvaguardare il futuro del Paese. "A questo punto non bisogna cambiare soltanto la manovra…", avrebbe detto Savona non escludendo dunque lo scenario di eventuali dimissioni. Uno scenario diverso che ribalta totalmente le voci del "cigno nero" avanzate in questi mesi. E adesso nel governo i ruoli si invertono.

A quanto pare lo stesso Conte avrebbe detto che "Tria si è trasformato in Savona e Savona si è trasformato in Tria". Si tratta dell'ultima capriola di un esecutivo che è finito in una sorta di gioco al rialzo che potrebbe riservare colpi di scena inediti. Nella "guerra" d'Europa il "generale" Savona potrebbe decidere di abbandonare il campo. Intanto Salvini ai microfoni di SkyTg24 prova a spegnere le indiscrezioni su un passo indietro del ministro: "Non penso, è uno degli assi portanti del governo. Oggi ho letto sui giornali che non parlo con Di Maio: veramente c'ho parlato
pure stamattina...".

Infine è lo stesso ministro Savona a chiudere il cerchio respingendo le indiscrezioni del Corriere: "È il sogno del Corriere che me le chiedeva fin dal mio insediamento".

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