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L'Italia guida la rivoluzione del vino

In Franciacorta il primo G30 mondiale del settore. Meloni: "Con noi l'agricoltura al centro"

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Sono i giorni del vino, vanto del made in Italy non solo agroalimentare che in questi giorni richiama sul nostro Paese gli sguardi di tutto il mondo. Ieri in Franciacorta, territorio d'elezione delle bollicine metodo classico italiane, l'azienda Ca' del Bosco ha ospitato il G30 del vino globale, mentre domani a Verona prenderà il via l'edizione numero 56 del Vinitaly, la più importante fiera italiana del settore.

Due appuntamenti fatidici, che servono anche a confermare l'interesse del governo nei confronti di un mondo che in Italia (dati 2022) fattura quasi 14 miliardi di euro, con un export in crescita vorticosa che vale 7,9 miliardi e una domanda interna invece in lieve calo. L'Italia è il primo Paese produttore di vino in volumi (49,8 milioni di ettolitri, poco meno di un quinto dell'intera produzione mondiale) e il secondo in valore dietro la Francia, che si avvantaggia di prezzi medi più alti. Il settore occupa 870mila persone se si comprende l'indotto. Numeri che fanno capire l'importante per il nostro Paese del nettare di Bacco.

Partiamo dall'evento franciacortino, la prima edizione del Wine Ministerial Meeting organizzata dall'Oiv (l'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, che compie cento anni) e per il quale sono arrivati ministri, viceministri e ambasciatori di trenta Paesi, tra i quali Francia, Spagna, Sudafrica, Cile, Germania, Georgia e Nuova Zelanda. Per l'Italia padrona di casa era presente il ministro dell'Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che nel discorso di apertura ha sottolineato «l'obiettivo che si diedero i padri fondatori dell'Europa mettendo l'agricoltura al centro dell'unità europea», un'idea che «qualcuno ha dimenticato» e che vede l'Italia protagonista. «Noi dobbiamo essere orgogliosi della nostra eccellenza ma anche consapevoli delle potenzialità economiche che corrispondono a questo tipo di sviluppo». La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha salutato con un videomessaggio in cui ha ricordato il valore culturale del vino («per noi è sostanzialmente identità. È celebrato nei quadri, nell'arte, nelle poesie, nella letteratura. Ma è anche è sinonimo di una cura del territorio, del nostro meraviglioso paesaggio») e ha ricordato l'impegno del suo governo «per proteggere questo asset strategico, per renderlo più forte, più sostenibile, più innovativo». «Abbiamo rimesso al centro l'agricoltura - ricorda Meloni -. Siamo impegnati per garantire che gli agricoltori vedano riconosciuto il giusto prezzo, abbiamo scelto di coltrastare le contraffazioni e la concorrenza sleale, stiamo investendo con convinzione nelle giovani generazioni». Dalla ministeriale uscirà un documento «con linee guida che trattano di ambiente e sostenibilità, di promozione di un prodotto, di qualità, di lavoro, di rispetto dei diritti», dice Lollobrigida.

Poi domani il mondo dell'enologia si sposterà qualche decina di chilometri a Est, al Vinitaly di Verona. Un evento in cui si entrerà più dentro al calice e di vino si discuterà più dal punto di vista produttivo e organolettico che di scenario. A Veronafiere la premier, come lo scorso anno, sarà di persona, lunedì 15, in occasione della prima giornata del made in Italy.

Che con un calice in mano sarà ancora più solenne.

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