Politica

Lite gialloverde sull'assoluzione di Garavaglia

Cristina Bassi

Milano «Non è stato un periodo semplice, però va bene anche così. La verità rende liberi». Massimo Garavaglia, viceministro leghista dell'Economia, tira un sospiro di sollievo. La Quarta sezione penale del Tribunale di Milano lo ha appena assolto dall'accusa di turbativa d'asta. E con lui tira il fiato anche il governo gialloverde, che rischiava un nuovo caso Siri e relativi scossoni del tiro al bersaglio M5s in direzione Carroccio. «Sono felice per Massimo Garavaglia - interviene il vicepremier Matteo Salvini -. È una persona fondamentale per la prossima manovra economica che dovrà attuare il taglio delle tasse. Spiace che lui, come tanti, troppi italiani abbia dovuto aspettare quasi cinque anni per sentirsi dire che non ha fatto nulla». Chiosa il difensore Jacopo Pensa fuori dall'aula, poco prima di telefonare al suo assistito: «Un processo inutile».

La sentenza arriva alla fine di un lungo procedimento (il rinvio a giudizio per la tranche che riguarda Garavaglia è dell'ottobre 2016), nato dalle indagini sul ruolo dell'ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani in un giro di presunti appalti truccati e tangenti nella Sanità lombarda. Gli imputati sono in tutto 12. Il viceministro e Mantovani erano coimputati in uno degli episodi contestati dalla Procura che riguarda la gara per il servizio di trasporto in ambulanza di persone dializzate nel 2014, quando Garavaglia era assessore regionale all'Economia. Per lui è arrivata appunto l'assoluzione «per non aver commesso il fatto», il pm Giovanni Polizzi aveva chiesto due anni di carcere. Mentre l'ex senatore del Pdl, che rispondeva anche di altre accuse, è stato condannato a cinque anni e sei mesi. Per il pm, Garavaglia cinque anni fa era intervenuto in particolare con una telefonata «vanificando» gli esiti del bando di gara per un appalto da 11 milioni di euro. «I giudici - aggiunge l'avvocato Pensa - hanno capito che una telefonata per la segnalazione di un problema non è reato. Sono felicissimo per il mio assistito, è una persona perbene e non avrebbe neanche dovuto affrontare il processo». È amara la nota della Lega: «Spiace che gli unici quasi silenti siano proprio molti alleati al governo. Non vorremmo che avessero sperato in una condanna. Evidentemente sui diritti civili, sulla presunzione d'innocenza e sul concetto di una giustizia giusta in tempi rapidi serve con urgenza una riforma». La replica: «Siamo felici per il sottosegretario Garavaglia e ci auguriamo che ora possa convincere Salvini a riferire in aula sui fondi russi, così come farà il presidente Conte.

Se non c'è il rispetto del Parlamento, non c'è il rispetto dei cittadini».

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