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ll killer che odiava i poliziotti era un riservista imboscato

Viveva con la madre, aveva in casa un arsenale ed era stato accusato di molestie. La guerra? Mai fatta

ll killer che odiava i poliziotti era un riservista imboscato

Il cecchino di Dallas in Afghanistan non ha mai combattuto ed è stato rimandato a casa con l'accusa di molestie sessuali ad una donna soldato. Come i lupi solitari del terrore islamico, Micah Xavier Johnson, si è avvicinato via social alla leggenda delle Pantere nere, il gruppo estremista degli anni Sessanta che combatteva per i diritti degli afroamericani.

Johnson, incensurato, aveva 25 anni, ma fin da piccolo voleva fare il soldato ed era attratto dalle armi. Nel 2009, finite le superiori in Texas, si è arruolato nella riserva dell'esercito. Nel novembre del 2013 è partito per l'Afghanistan con la 420ima brigata Genio. Non era un Rambo, ma un carpentiere, che ha prestato servizio a Bagram, la più grande base Usa nel paese al crocevia dell'Asia. Al massimo ha montato di guardia lungo il perimetro. Secondo il New York Times non risulta che sia stato coinvolto in combattimenti. Le uniche medaglie che ha ricevuto sono quelle che vengono date a tutti per aver servito in Afghanistan e per il compito svolto. Però, nel luglio 2014, il carpentiere Johnson è stato rimandato a casa prima del previsto. Una donna soldato nella base di Bagram lo ha denunciato per molestie sessuali. La donna ha chiesto che Johnson venisse curato per «problemi mentali». E aveva pure chiesto un'ordinanza che proibisse all'ex commilitone di avvicinarsi «alla sua casa, ai familiari e al ristorante» che frequentava.

Gli amici sostengono che il soldatino Johnson fosse tornato cambiato dall'Afghanistan, nonostante il servizio alla base di Bagram è come in una grande caserma se non hai ruoli combat. «Si era isolato, non parlava più e aveva smesso di credere in Dio - racconta chi lo frequentava - E si è avvicinato a brutte compagnie di gente legata alle Pantere nere». Su Facebook il riservista partecipa al gruppo Black Panthers party Mississipi, organizzazione anti semita e razzista nei confronti dei bianchi. La sua pagina è stata chiusa, ma ha postato un selfie con il pugno chiuso, simbolo delle pantere nere fin dagli anni sessanta. I colori del vessillo pan africano, rosso, verde e nero sono diventati la sua bandiera. Anche nell'abbigliamento è cambiato con vestiti sempre più spesso tradizionali da orgoglio afro americano.

Il cecchino si è fatto fotografare con Richard Griffin del gruppo rap, «Nemico pubblico». Il «professor Griff», come viene chiamato è un seguace delle nuove Pantere nere dagli anni ottanta. Ancora più grave l'interesse via social per il gruppo Lega di difesa afroamericana di Mauricelm-Lei Millere. Quest'ultimo invita apertamente ad attaccare la polizia. Dopo una delle uccisioni da parte degli agenti di un minorenne di colore, Millere ha lanciato il grido di battaglia: «Morte ad ogni blu (poliziotto), bastardo, ipocrita, porco assassino in tutta la nazione».

Dopo l'Afghanistan Johnson ha fatto diversi lavori dalla distribuzione di volantini commerciali all'accompagnamento di persone disabili o con problemi mentali. I vicini sono stupefatti dalla sua trasformazione, come i familiari più stretti. A casa sua, dove viveva con la madre, però, sono state sequestrate armi, munizioni, giubbotti antiproiettile e materiale per confezionare bombe artigianali. La giovane sorella Nicole, dopo l'uccisione di un afroamericano fermato per un normale controllo, si è scatenata su Facebook. «I bianchi continueranno ad ucciderci - ha scritto - Questi poliziotti dovrebbero provare la nostra stessa paura». Il giorno dopo il fratello, ex soldato con in testa il mito delle Pantere nere si è trasformato in spietato cecchino. E prima di venir neutralizzato ha confessato ai negoziatori: «Voglio uccidere i bianchi, soprattutto i poliziotti bianchi».

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